Immigrazione: chiudere tutti i centri inadeguati

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Il Parlamento europeo sollecita gli Stati membri dell’UE a chiudere tutti i centri di permanenza temporanea per immigrati che non soddisfano le norme vigenti, chiede un sistema d’ispezione permanente, che sia stilata una relazione annuale e istituito un mediatore nazionale dei centri.
Tra il 2005 e il 2008 delle delegazioni della commissione per le Libertà   civili hanno visitato alcuni centri di permanenza temporanea in Italia (Lampedusa), Spagna (Ceuta e Melilla e Isole Canarie), Francia (Parigi), Malta, Grecia, Belgio, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia, Danimarca e Cipro. Dalle visite realizzate sono emerse condizioni di ritenzione «intollerabili dal punto di vista igienico, della promiscuità  , delle strutture disponibili», mentre le persone trattenute «non erano sistematicamente informate della loro detenzione amministrativa, dei loro diritti e dello stato di avanzamento dei loro dossier». I principali problemi riscontrati nel corso delle visite sono stati: la capacità   dei centri, spesso «scarsa» e che «non soddisfa i bisogni dei migranti»; l’informazione sulle procedure, che puಠcostituire un «ostacolo all’esercizio effettivo dei diritti»; l’assistenza giuridica gratuita, generalmente insufficiente; l’inadeguato accesso alle cure sanitarie; la presenza di minori. A tale proposito, il Parlamento europeo chiede che la ritenzione dei minori «sia vietata in linea di principio» e che il ricorso alla ritenzione dei minori con i loro genitori «abbia carattere eccezionale e miri a garantire l’interesse superiore del fanciullo».
Alla Commissione europea è quindi chiesto di adottare le misure necessarie per garantire la trasposizione e il rispetto delle direttive e che «siano chiusi al più presto tutti i centri che non soddisfano alle norme vigenti».
Ma il problema del trattenimento di migranti, provenienti da Paesi terzi e diretti verso l’UE illegalmente secondo le norme che regolano l’ingresso e il soggiorno negli Stati membri, riguarda anche i Paesi di transito, come dimostra la discussa questione dell’accordo stipulato tra i governi di Italia e Libia per la cooperazione anche nella lotta all’immigrazione illegale.
Le sezioni italiane di Amnesty International e Save the Children, insieme all’Osservatorio Fortress Europe e al Consiglio italiano rifugiati, hanno denunciato non solo l’inutilità   del trattato (che causerà   un prolungamento dei viaggi dei migranti senza perಠbloccarli) ma soprattutto il fatto che «non garantisce alcuna tutela in tema di diritti umani», produce gravi conseguenze per migliaia di migranti e rende l’Italia «complice» dal punto di vista «morale e pratico» della violazione di diritti umani fondamentali. Si tratta di migranti arrestati in Libia in seguito a retate e alle operazioni di respingimento alla frontiera attuate dalla polizia libica con la cooperazione italiana, costretti a deportazioni nel deserto o detenuti in prigioni al di sotto di ogni standard civile. «L’Italia non puಠrendersi complice di una così palese violazione dei diritti umani» dichiarano le ONG chiedendo maggiori controlli sulle operazioni italo-libiche.

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