Secondo l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, le cosiddette «liste nere» definite da ONU e UE per i sospettati di terrorismo violano i diritti fondamentali individuali e sono «totalmente arbitrarie».
«L’ingiustizia è il migliore alleato del terrorismo. Occorre combatterla» ha dichiarato Dick Marty presentando una Relazione riguardante le procedure impiegate dal Consiglio di sicurezza dell’ONU e dall’UE al fine di iscrivere sulla lista nera i nomi di coloro che sono sospettati di avere presunti legami con il terrorismo.
Secondo la Relazione, nel mondo ci sono 370 persone i cui beni sono attualmente congelati e che non possono viaggiare in quanto iscritte sulla lista nera dell’ONU, mentre circa 60 nomi figurano sulla lista nera stilata dall’UE. Tali sanzioni possono essere imposte «sulla base di semplici sospetti» e per questo il Consiglio d’Europa ritiene necessario riesaminare la questione «nell’interesse della credibilità della lotta internazionale al terrorismo».
«I membri stessi del comitato incaricato di decidere in merito all’iscrizione di una persona sulla lista nera non conoscono tutti i motivi che sono all’origine della domanda d’iscrizione. Nella maggior parte dei casi gli interessati non sono a conoscenza di tale domanda, nà© vengono ascoltati e addirittura non vengono informati della decisione presa, se non nel momento in cui cercano di oltrepassare una frontiera o di utilizzare un conto bancario» ha osservato Marty, precisando che non è prevista alcuna misura in merito al riesame indipendente dalle decisioni prese.
Una procedura dunque «indegna» da parte di istituzioni internazionali come l’ONU e l’UE, secondo i parlamentari del Consiglio d’Europa, che indebolisce la legittimità delle «sanzioni mirate» nella lotta al terrorismo, anche perchà© gli Stati che sono costretti a eseguire tali sanzioni rischiano di violare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
