Giornata mondiale dei rifugiati

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«Proteggere i rifugiati è un dovere. Essere protetti è un diritto» è lo slogan lanciato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR-UNHCR) in occasione dell’edizione 2008 della Giornata mondiale dei rifugiati.
«A costringere i rifugiati ad abbandonare la propria casa, la propria terra e i propri cari puಠessere una persecuzione individuale di natura politica, culturale, sociale o religiosa, una guerra o massicce violazioni dei diritti umani» osserva l’UNHCR sottolineando come, qualsiasi sia la causa primaria che li spinge alla fuga, «tutti i rifugiati hanno diritto a ricevere protezione, sia dalle entità   statali o non statali che li minacciano sia dalla mancanza di cibo, alloggi, cure mediche e scuole».
Quest’anno, nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, l’UNHCR ha deciso di dedicare la Giornata mondiale al tema della protezione, intesa sia come difesa del diritto d’asilo sia come riparo e aiuto umanitario. Secondo l’UNHCR, la protezione deve poter essere assicurata ovunque, anche nei Paesi in cui è garantita sulla carta ma dove il diritto d’asilo puಠessere eroso dall’inasprimento dei controlli di frontiera, da tendenze xenofobe o da preoccupazioni legate alla sicurezza.
«La Giornata Mondiale è un omaggio all’indomabile energia e coraggio dei rifugiati di tutto il mondo, e come tale dovrebbe essere una vera celebrazione. Il 20 giugno è una giornata nella quale pensiamo ai rifugiati di tutto il mondo ed estendiamo a loro il nostro incoraggiamento, sostegno e rispetto» dichiarano i responsabili dell’UNHCR.
In occasione della Giornata mondiale il Jesuit Refugee Service (JRS) ha invece avvertito i governi sulla necessità   di «accrescere la produzione di generi alimentari nei Paesi in via di sviluppo e aiutare gli sfollati a diventare autosufficienti», ricordando agli stessi governi l’obbligo di proteggere i rifugiati. Osservando come i prezzi dei generi alimentati sono cresciuti in media dell’83% dal 2005 ad oggi, con particolare incidenza su prodotti base, il JRS nota che in conseguenza di questo «tsunami silenzioso» circa 100 milioni di persone, tra le quali rifugiati e altre categorie di sfollati, rischiano di cadere in condizioni di povertà  . «Gli aiuti alimentari sono necessari urgentemente anche per prevenire nuove ondate di sfollamento. Molti di coloro che vivono in condizioni di estrema povertà   sono costretti a scappare dai rispettivi Paesi dalle condizioni di instabilità   politica determinate dalla scarsità   di cibo». Per questo, sottolinea il JRS, «è necessario che i governi donatori adottino misure atte a impedire che l’attuale crisi alimentare determini ulteriori sfollamenti».

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