Elezioni in Serbia: vince Tadic, UE soddisfatta

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Con il 51% dei voti, il capo dello Stato uscente Boris Tadic si conferma alla presidenza della Serbia, sconfiggendo l’ultranazionalista Tomislav Nikolic e facendo tirare un sospiro di sollievo alle istituzioni europee.
Il margine tra i due è stato piuttosto ridotto, appena 150.000 voti a favore di Tadic, mentre si è registrata un’affluenza alle urne record: ha votato il 67,6% dei 6,7 milioni di cittadini serbi aventi diritto, cioè la percentuale più elevata nella storia della Serbia del dopo-Milosevic.
Europeista convinto e garante del processo democratico della Serbia post-regime, cioè dal 2000 a oggi, Tadic ha portato la pur stretta maggioranza dei serbi a condividere un progetto orientato verso l’UE e con lo slogan «l’integrazione europea e una vita migliore per i cittadini». L’alternativa era costituita dal progetto nazionalista e di chiusura proposto da Nikolic, che avrebbe portato all’isolamento internazionale e a un ritorno al passato basato sul rilancio di un asse con la Russia.
Certo molto ha contato la questione del Kosovo e del suo imminente proclama di indipendenza. Molto netta la posizione dell’ultranazionalista Nikolic, secondo il quale la provincia serba del Kosovo «è parte di noi e della nostra storia e Bruxelles non puಠumiliarci riconoscendone l’indipendenza». Va ricordato che Nikolic si ispira politicamente a Vojislav Seselj, fondatore del Partito radicale serbo e ora imputato al Tribunale dell’Aja per complicità   nei crimini di guerra degli anni Novanta. Sempre contrario all’indipendenza del Kosovo ma senz’altro più disposto al dialogo Tadic, cioè senza intenzione di spingersi fino a una eventuale rottura con l’UE.
Anche perchà©, comunque, il Kosovo ha già   deciso la sua indipendenza e ha semplicemente atteso l’esito delle elezioni serbe per decidere tempi e modalità   dell’annuncio, che con la vittoria del moderato Tadic slitterà   di qualche settimana.
Resterà   poi da vedere cosa decideranno gli Stati membri dell’UE sulla dichiarazione d’indipendenza del Kosovo: ad esempio, Romania e Cipro hanno reso noto nei giorni scorsi che non riconosceranno una dichiarazione unilaterale d’indipendenza, ma anche Spagna, Grecia e Slovacchia sono contrarie al riconoscimento perchà© creerebbe un pericoloso precedente per le molte autonomie europee.

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