Convenzione per i dirirtti dei lavoratori domestici

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«Il lavoro domestico continua ad essere sottovalutato e invisibile» oltre ad essere a carico «soprattutto delle donne e delle ragazze che appartengono a comunità   migranti o a gruppi svantaggiati, esposti a rischi di discriminazioni e abusi in ambito lavorativo».
Partendo da questo assunto la centesima Conferenza annuale dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO-OIL ) ha adottato una Convenzione relativa agli standard delle condizioni di lavoro dei lavoratori domestici, in grande maggioranza migranti.
Secondo Juan Somavia, direttore generale dell’ILO, si tratta di una «tappa storica» perchà© la firma della Convenzione «introduce per la prima volta gli standard ILO nell’economia informale» e ha «significative implicazioni per quanto riguarda la tutela del lavoro migrante e il raggiungimento dell’uguaglianza di genere».
La Convenzione è stata adottata con 396 voti favorevoli, 16 voti contrari e 63 astensioni ed è accompagnata da una Raccomandazione approvata con 434 voti favorevoli, 8 contrari e 42 astenuti.
I due testi fissano per il lavoro domestico, che sostiene le famiglie nella quotidianità   e nel lavoro di cura dei soggetti più deboli, gli stessi standard previsti dalle Convenzioni applicate negli altri settori: orario ragionevole, riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive, limiti alla remunerazione in kind, cioè non monetaria del lavoro, chiare informazioni sulle condizioni di lavoro, rispetto dei diritti fondamentali, in primis la libertà   di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva.
Secondo le ultime stime dell’ILO i lavoratori domestici nel mondo sarebbero 53 milioni, ma dal momento che spesso questi lavoratori sono «nascosti» perchà© immigrati illegali e/o lavoratori non registrati, il numero sale ad almeno 100 milioni.
La Convenzione definisce il lavoro domestico come «lavoro realizzato in o per la famiglia o le famiglie» e prevede strumenti che tutelino tutti i lavoratori domestici, ma anche strumenti aggiuntivi per coloro che a causa della loro giovane età  , della loro nazionalità   o della loro condizione di vita sono esposti a rischi ulteriori.
Secondo le procedure previste dall’ILO la Convenzione entrerà   in vigore dopo che almeno due Stati l’avranno ratificata.

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