Consiglio d’Europa: approccio integrato sulle migrazioni

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I ministri responsabili per le questioni migratorie dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa chiedono l’elaborazione di un approccio integrato in materia di migrazione economica, sviluppo e coesione sociale e di assistere gli Stati membri nella relativa attuazione.
Al termine di una Conferenza svoltasi a Kiev nei giorni scorsi, i ministri hanno infatti sollecitato lo sviluppo di meccanismi di scambio regolare di informazioni, la formazione sulle riforme necessarie in materia e la cooperazione interministeriale. La Conferenza aveva lo scopo di preparare i governi europei a rafforzare il dialogo e la cooperazione tra i Paesi di destinazione, di transito e di origine dei flussi migratori, con l’obiettivo di identificare le priorità   comuni, accrescere e condividere i vantaggi delle migrazioni attraverso iniziative di co-sviluppo e il trasferimento di capitale, di competenze e di tecnologie dai migranti verso i loro Paesi d’origine nonchà© di facilitare la loro integrazione e reintegrazione.
I ministri hanno inoltre sottolineato la necessità   di adottare misure concrete di tutela dei diritti umani dei gruppi di migranti particolarmente vulnerabili, quali i minori non accompagnati, le persone anziane e le donne sole, e di lotta al razzismo, alla xenofobia e alla violenza nei confronti dei migranti.
Secondo i partecipanti alla Conferenza del Consiglio d’Europa, al fine di promuovere il progresso economico e sociale occorre che i governi rivedano le possibilità   di migrazione legale, favoriscano l’occupazione sulla base di principi di parità   di trattamento e di non discriminazione nel mercato del lavoro e combattano più efficacemente la migrazione irregolare, segnatamente i datori di lavoro e le reti criminali che approfittano del lavoro dei migranti clandestini.
Tra le misure proposte per il miglioramento dell’integrazione dei migranti e delle loro famiglie è stato suggerito di sviluppare un sistema affidabile di convalida delle competenze e qualifiche acquisite in modo formale e informale all’estero, di migliorare effettivamente l’accesso a istruzione, sanità  , protezione sociale, occupazione e alloggio nonchà© di sviluppare programmi che aiutino i migranti ad apprendere la lingua e familiarizzare con la cultura della società   in cui risiedono.

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