Sanzioni più severe contro gli abusi sessuali di minori

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Una nuova proposta di normativa che obbliga gli Stati membri ad inasprire le pene per chi abusa sessualmente di minori è arrivata dalla Commissione Europea.
In particolare la Commissione chiede che siano perseguite penalmente attività   come il “grooming” (il fatto di stringere amicizia con un minore per poi abusarne) e il “turismo sessuale”, anche nel caso in cui l’abuso sia commesso al di fuori del territorio dell’UE.
Inoltre la Commissione intende muoversi sul piano della prevenzione e della protezione delle vittime, facendo in modo che i responsabili abbiano accesso a un trattamento personalizzato che eviti la reiterazione del reato.
«Abusare di minori significa perpetrare orrendi delitti contro bambini e adolescenti, marchiandoli a vita. Sfruttare sessualmente un minore significa usare un bambino o un adolescente come un oggetto sessuale arricchendosi sulle sue sofferenze. àˆ materiale pedopornografico l’insieme di immagini che ritraggono abusi sessuali su minori. Scaricare e visionare materiale pedopornografico su Internet comportano un aumento dei casi di stupro di minori proprio per produrre quelle immagini», ha dichiarato il commissario per gli Affari interni Cecilia Malmstrà ¶m. «La risposta dell’UE non potrebbe essere più chiara e risoluta. Tutto quel che sarà   possibile fare contro questo fenomeno, l’UE deve farlo e lo farà  ».
Le statistiche segnalano che in Europa alcune forme di violenza sessuale sono in aumento e che la percentuale di minori esposti al rischio di violenze sessuali è compresa tra il 10% e il 20%. Inoltre sono in aumento i siti a contenuto pedopornografico in cui le immagini diventano sempre più esplicite e violente e le vittime ritratte sono sempre più giovani.
La proposta odierna, che sarà   esaminata dal Parlamento Europeo e dal consiglio dei ministri dell’UE, sostituirà   la normativa attuale, in vigore dal 2004, e si basa su una proposta presentata nel marzo del 2009 che è stata rielaborata a seguito dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. La Commissione potrà   verificare che gli Stati membri recepiscano correttamente la normativa dell’UE nei loro ordinamenti e portare dinanzi alla Corte di Giustizia i Paesi che non lo fanno.
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