BCE: evitare la «spirale salari-prezzi»

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L’area dell’euro attraversa «una fase piuttosto prolungata di inflazione elevata», dovuta soprattutto ai rincari dell’energia e dei prodotti alimentari, per questo la Banca Centrale Europea (BCE) conferma l’obiettivo primario di mantenere la stabilità   dei prezzi nel medio periodo.
Nel suo bollettino mensile, la BCE osserva che i dati macroeconomici indicano «il perdurare della crescita del PIL in termini reali, seppure a ritmi moderati». Il livello di incertezza derivante dalle turbolenze nei mercati finanziari resta tuttavia «insolitamente elevato», secondo la BCE, e le tensioni si potrebbero prolungare «oltre l’orizzonte temporale che ci si attendeva inizialmente».
Le prospettive di inflazione nel medio periodo restano soggette a rischi al rialzo, che includono la possibilità   di ulteriori rincari dei prodotti energetici e alimentari, nonchà© di incrementi dei prezzi amministrati e delle imposte indirette in aggiunta a quelli previsti finora. Ma soprattutto esiste «il rischio che il processo di formazione di salari e prezzi acuisca le pressioni inflazionistiche» osserva la BCE, secondo cui «potrebbe risultare superiore alle attese correnti il potere delle imprese nel determinare i prezzi, segnatamente in segmenti di mercato a bassa concorrenza, e si potrebbe generare una crescita salariale più vigorosa del previsto, tenuto conto dell’elevato grado di utilizzo della capacità   produttiva e delle condizioni tese nel mercato del lavoro».
àˆ dunque indispensabile che tutte le parti coinvolte mostrino «senso di responsabilità  », osserva la BCE invitando a evitare «effetti di secondo impatto sul processo di formazione dei salari e dei prezzi connessi al rincaro dei prodotti energetici e alimentari», cosa che diminuirebbe il potere d’acquisto di tutti i cittadini dell’area dell’euro.
La BCE «nutre preoccupazione» per l’esistenza di forme di indicizzazione delle retribuzioni nominali ai prezzi al consumo: «Queste comportano il rischio che shock al rialzo sull’inflazione inneschino una spirale salari-prezzi con ricadute negative sull’occupazione e sulla competitività   nei Paesi coinvolti».

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