Franco Chittolina
Il centro del mondo è ovunque
E’ una brutta abitudine quella della vecchia Europa di guardarsi l’ombelico e credere di essere al centro del mondo. Non è più vero da molto tempo, soprattutto è del tutto sbagliato oggi, in questo villaggio globale che è il mondo, dove l’Europa rappresenta una regione piccola piccola, economicamente in declino, politicamente quasi irrilevante e demograficamente sempre più vecchia.
E la Francia in Europa?
Da sempre si denunciano le resistenze della Gran Bretagna al cammino dell’integrazione europea, da qualche tempo si è puntato il dito contro l’Italia venuta meno al suo impegno di Paese fondatore dell’UE, in questi ultimi mesi il dito accusatore si è puntato, non senza ragione, sull’ostinazione rigorista della Germania, che rischia di mettere gravemente in crisi la fragile coesione raggiunta tra i 27 Paesi europei.
Adesso che la Francia ha compiuto una svolta politica importante, con possibili ricadute significative sul futuro dell’UE, e che il primo turno delle elezioni politiche sembra confermare la svolta presidenziale, vale la pena puntare i riflettori sul ruolo passato e futuro della Francia in Europa.
Giugno caldo per l’Europa
L'estate non sarà tranquilla per l'Unione Europea e i suoi cittadini.
Il mese di giugno é iniziato con notizie contrastanti: buona quella in arrivo dall'Irlanda con i risultati del referendum sul «fiscal pact», molto meno buona quella giunta dai mercati con lo «spread» alle stelle in Spagna, seguito a ruota da quello italiano.
La politica e i numeri
Da sempre la politica prova qualche difficoltà a misurarsi con i numeri, preferendo aggrapparsi alle parole.
Ne abbiamo avuto ancora una prova all' indomani dell'ultima tornata elettorale nelle parole pronunciate dai partiti a proposito dei numeri usciti dalle urne.
G8 a Camp David: l’UE vista dall’America
Chissà se da oltre Atlantico, a Chicago dove erano riuniti per il G8, i governanti europei hanno avuto occasione di vedere meglio la piccola Europa, con al centro il vulcano in ebollizione della minuscola Grecia e rendersi conto di quanto sia frammentata l’Unione Europea e quanto essa sia giunta stremata all’appuntamento con i Grandi di questo mondo?
Angela, fino a quando?
Angela Merkel: da troppo tempo ossessionata dal rigore, con danni per l’Europa ormai difficili da calcolare e altri che potrebbero colpirci tra non molto se la sua ostinazione dovesse non venire meno.
Tempeste elettorali nell’UE e dintorni
Tanto tuonò che, almeno questa volta, alla fine piovve. Precipitazioni di diversa intensità nella tornata elettorale dei giorni scorsi: una grandinata in Grecia, un problematico cambio di stagione in Francia, nuvole in Germania, per non dire, dei lampi di temporale a Londra con i laburisti alla riscossa e, ai confini dell’UE, tempo variabile in Serbia e finto sereno nelle elezioni in Siria.
L’ondata di antipolitica in Europa
Non è una novità il fenomeno dell’antipolitica in Europa e altrove nel mondo. L’elemento di novità è piuttosto da ricercarsi nel passaggio a un’antipolitica passiva e silenziosa, con alti tassi di astensionismo come avviene ormai regolarmente negli USA o alle elezioni europee, a un’antipolitica che si esprime attraverso il voto, secondo le procedure tradizionali dei nostri sistemi democratici.
Chi salverà l’Europa?
Non passa giorno senza che qualcuno s’affacci a dirci come salvare la vecchia Europa, incapace di venirsene fuori da una crisi che ormai dura da anni e che ancora durerà. Tra i diciassette Paesi che hanno adottato la moneta unica, più d’uno ha i suoi guai e le sue ferite da leccarsi e non solo per i conti pubblici in rosso, ma più ancora per l’instabilità politica che minaccia i governi in carica: come stupirsi allora che sia il resto del mondo a preoccuparsi e a occuparsene?
Brividi spagnoli: torna a salire la febbre nell’UE
Si susseguono, e non hanno l’aria di essere gli ultimi, i giorni neri della Borsa e le impennate dello “spread”, incubo ormai familiare a milioni di persone che fino a ieri vivevano felici senza sapere che cosa fosse il differenziale tra i titoli pubblici dei Paesi in crisi e i mitici “bund” tedeschi, loro fratelli in sempre smagliante forma.
L’Italia vista da fuori
Due argomenti di politica italiana hanno fatto in questi giorni i titoli dei giornali stranieri: la rovinosa caduta della Lega e la contrastata riforma del mercato del lavoro.
Giochi pericolosi
Questa crisi che non finisce di finire continua a registrare tensioni all’interno dell’UE e dei suoi Stati membri, senza escludere giochi pericolosi in entrambi i casi. -Aggiornato al 5 aprile 2012-
Del buon uso dell’Europa
La riforma in corso del mercato del lavoro ha agitato molte bandiere ed è molto più politica che tecnica, contrariamente a quanto si va dicendo per disinnescare il terreno minato che l’attende. Ancora una volta ci si fa scudo dell’Europa, delle sue raccomandazioni e, visto che funziona, dei rischi che continua a far correre la crisi finanziaria ed economica.
La strada verso l’Europa di domani
Tra spinte e controspinte l’avventura dell’UE continua: toccherà ai cittadini europei decidere in quale direzione farla svoltare per non lasciarla ferma ai bordi della pista di un mondo che cambia velocemente.
Qualcosa si muove in Europa
Mentre in Italia, partiti allo sbando e già in campagna elettorale cercano di salvare il salvabile, anche a costo di mettere a repentaglio il salvataggio del Paese, in Europa si rimettono in moto i sostenitori di “più Europa”, all’indomani dell’avvio di soluzione per la crisi greca e nell’attesa che i 25 Paesi firmatari dell’Accordo di stabilità finanziaria affrontino un difficile percorso di ratifica.
Democrazia in Europa e in Valsusa
La decisa presa di posizione del Governo sulla TAV, poche ore dopo la conclusione del Consiglio europeo di Bruxelles di venerdì, merita riflessione, ferma restando la condanna di ogni forma di violenza, compresa quella verbale, da qualunque parte essa venga.
Confusione sotto i cieli d’Europa
Grande è la confusione sotto i cieli d’Europa, Italia compresa, e non consola che qualcosa di simile interessi molta parte del mondo.
Per non cercare troppo lontano da noi, basta ricordare quanto sta avvenendo sui bordi del Mediterraneo ...
Grecia, culla o tomba d’Europa?
Molto ci si è interrogati e molto ci si interrogherà ancora sul destino economico e finanziario della Grecia e non basterà la risposta positiva del ministri delle finanze dell’Eurogruppo a mettere un punto fermo al rischio di bancarotta greco o, come è stato detto, alla “danza macabra” dell’Europa.
Dalla Grecia un messaggio all’Italia?
“L’Italia non è la Grecia”, hanno ripetuto in questi giorni voci autorevoli: tra queste, le perentorie dichiarazioni del Presidente Giorgio Napolitano e del Presidente del Consiglio Mario Monti; affermazioni analoghe anche da fonti di Bruxelles, ma con toni meno rassicuranti e qualche “distinguo”.
Il ritorno delle quote latte
A volte ritornano e in genere non portano buone notizie.
Tocca adesso alle “quote latte”, protagoniste di una vicenda, non proprio esaltante, iniziata per l’Italia e per l’Europa nel lontano 1984, quando l’UE decise di fissare contingenti nazionali di produzione lattiera, con pesanti sanzioni per i trasgressori.