Franco Chittolina
La montagna della crisi e il topolino del bilancio UE
A Bruxelles, il negoziato sul “Quadro finanziario UE 2014-2020” è andato come si temeva alla vigilia, forse anche un po’ peggio.
Se il buongiorno si vede dal mattino, risulta già chiara la posizione del Parlamento europeo espressa a negoziato concluso dalla maggioranza dei gruppi politici, secondo i quali l’accordo di Bruxelles è inadeguato per affrontare la crisi e per lo sviluppo futuro dell’UE. È anche il giudizio praticamente unanime di gran parte di osservatori ed esperti di politiche europee.
A Bruxelles si riprova con il bilancio UE 2014-2020
Il negoziato sul “Quadro finanziario 2014-2020” – il futuro bilancio dell’UE – era stato sospeso nel Consiglio europeo del novembre scorso. Le posizioni dei Paesi erano troppo distanti per chiudere e i Capi di Stato e di governo si erano lasciati nella speranza che l’anno nuovo avrebbe portato qualche schiarita. Purtroppo non è andato così.
Gran Bretagna, sempre più isola
Tanto tuonò che piovve. Nel suo intervento ai Comuni il 23 gennaio, dopo molti rinvii, il premier britannico David Cameron ha passato la Manica, il suo Rubicone, naturalmente in senso contrario: dal continente che, nonostante le sue dimensioni sempre più ampie, gli sta stretto verso un’isola che fu grande al tempo dell’impero e ancora con il Commonwealth britannico, ma che adesso rischia addirittura secessioni al suo interno.
Europa: è di nuovo tempo di migrare
Eravamo rimasti fermi a uno schema dei flussi migratori che registrava massicci movimenti di migranti verso l’Europa e l’Italia, dopo esserci lasciati alle spalle negli anni ’50 del secolo scorso movimenti in senso contrario. Ma anche l’emigrazione è una ruota che gira e adesso i migranti, italiani compresi, hanno ripreso la vecchia strada verso le destinazioni del secolo scorso.
Gran Bretagna, dentro o fuori dell’UE?
È ormai da tempo che la Manica si va allargando e che la Gran Bretagna si interroga sulla sua partecipazione all’avventura dell’integrazione europea. (aggiornato al 15 gennaio)
Agenda europea 2013
Non ci sarà da annoiarsi nell'UE in questo 2013 appena iniziato: una sfida decisiva per l'Europa si giocherà nel rafforzamento della sua democrazia, da salvare dalla tecnocrazia, e nel coinvolgimento dei suoi cittadini in quest'Europa da cambiare: speriamo che sia d'aiuto l'anno europeo della cittadinanza e la preparazione alle elezioni europee del 2014.
2012: per l’UE un anno vissuto pericolosamente
Per molti il 2012 doveva segnare la fine dell’euro, per qualcuno addirittura la fine del mondo.
In entrambi i casi, due previsioni finite meglio di quelle, in peggioramento, su debito, crescita e occupazione in Europa.
Lettera di auguri a Mario Monti
Chiarissimo Professore,
Le scriviamo per il profilo europeo che di Lei ci piace di più e per augurarLe, e augurarci, che resti a lungo un testimone importante dell’Italia in Europa, risollevandone l’immagine non proprio brillante di questi ultimi anni...
Decisioni e rinvii nel Consiglio europeo di fine anno
Difficile indovinare quanto gli elettori italiani – che saranno presto anche elettori europei – abbiano potuto capire dei risultati dell’ultimo Consiglio europeo della settimana scorsa. Per la verità non era facile, per almeno due ragioni: il rumore mediatico di fondo provocato dal duello Monti-Berlusconi in seno al Partito popolare europeo (PPE), riunitosi alla vigilia del Vertice, e la complessità delle mezze decisioni prese dai Capi di Stato e di governo in materia di unione bancaria.
Al voto per o contro l’Europa
Le elezioni europee sono in calendario per giugno 2014, in Italia la crisi del governo Monti ne anticiperà i temi tra poco, quando gli italiani saranno chiamati a eleggere il nuovo Parlamento italiano.
Allarme lavoro in Italia e in Europa
La settimana scorsa, il 30 novembre, gli istituti statistici dell’Italia e dell’Europa hanno suonato in contemporanea l’allarme. L’ISTAT dicendoci che la disoccupazione in Italia è salita all’11,1%, quella giovanile al 36,5% e hanno raggiunto i massimi storici i numeri del lavoro a tempo parziale (3,8 milioni di persone) e dei precari (2,8 milioni). EUROSTAT registra nell’eurozona una disoccupazione all’11,7%, con quasi 19 milioni di persone senza lavoro, oltre due milioni in più nell’ultimo anno.
Scoprire il Monti-pensiero
Da oltre un anno a questa parte molti italiani hanno cominciato a conoscere Mario Monti. Ne hanno scoperto il profilo di tecnocrate apprezzato in Europa e nel mondo, poi via via il governante severo del rigore, il pedagogo delle lunghe e anche un po’ noiose conferenze stampa.
UE: il miracolo del volo del calabrone
Al Consiglio europeo di Bruxelles della settimana scorsa è andata come previsto. Non bene, a voler essere ottimisti; mortificante, a volerla dire tutta.
Non bene, perché si va ripetendo ormai da troppo tempo il rito del rinvio, mentre la crisi incalza, i Paesi delle periferie d’Europa, a sud e a est, hanno l’acqua alla gola e nuovi attori dell’economia mondiale accrescono i loro spazi di influenza e l’occupazione di fette consistenti dei mercati.
Bilancio UE, pomo della discordia
Rischia di non essere un bello spettacolo il prossimo Consiglio europeo del 22 e 23 novembre a Bruxelles. E non è nemmeno sicuro che due giorni di negoziati basteranno a smaltire i veleni circolati abbondantemente nelle vene esauste dell’Unione Europea e a sciogliere i perversi intrecci che si sono andati annodando in questi ultimi mesi: dalla difficoltà a far digerire nei 25 Paesi che lo avevano sottoscritto il “fiscal pact” alle manovre per ritardare l’avvio dell’unione bancaria e adesso adottare il bilancio per il 2013 e, soprattutto, il quadro finanziario per il settennio 2014-2020.
L’UE a marcia indietro
Non si erano ancora spenti gli entusiasmi europei, probabilmente eccessivi, per la vittoria di Obama su Romney nelle elezioni presidenziali USA che la cronaca economica e sociale ha richiamato tutti alla realtà. Quanto basta per ritrovare l’Europa dei due passi avanti e uno indietro, quella che da ormai quattro anni galleggia su una crisi alla quale risponde con il solo rigore e, quello che è anche peggio, ridando fiato a divisioni ed egoismi di cui proprio non si avverte il bisogno.
Stati Uniti e Europa nel secondo mandato di Obama
Meccanismi elettorali complessi, con grandi elettori che prevalgono sul voto popolare e conteggi regolarmente esposti a contenziosi, hanno deciso chi doveva essere il Presidente USA e l’hanno deciso anche per noi che, in questo mondo globale, continuiamo a essere governati da sovranità locali, già contenti se frutto di processi democratici come nel caso americano, anche se senza alcuna nostra partecipazione.
Stati Uniti e Europa in un mondo che cambia
Il calendario politico ha concentrato in tre giorni due eventi di portata mondiale: il 6 novembre le elezioni presidenziali americane e l’8 novembre il cambio della guardia in Cina. Due esiti che condizioneranno in misura rilevante la nostra vita quotidiana: nel primo caso per i prossimi quattro anni, nel secondo addirittura per dieci, salvo naturalmente sorprese in una Cina piena di contraddizioni e forse non così stabile come si tende a credere.
L’Europa e le sue faglie
Da sempre la carta d’Europa rivela una ragnatela di frontiere.
Nel corso del tempo molte di quelle linee di frattura si sono modificate, a tratti ridotte da imperi più o meno duraturi per poi moltiplicarsi alla loro dissoluzione. Oggi nell’Unione Europea le frontiere continuano a delimitare Stati più o meno sovrani, in pace tra di loro, godono di una tranquilla stabilità e sono diventate cerniere e ponti invece che muraglie difese dagli eserciti. Non va però dimenticato che accanto a queste frontiere, antiche cicatrici lasciate dalle guerre, altre linee di demarcazione percorrono l’UE, non più bellicose come un tempo ma nemmeno prive di tensioni, alcune già evidenti e altre che covano sotto la cenere.
UE tra sogno e bisogno
Il sottotitolo recita “Manifesto per una rivoluzione unitaria” e il libro di Daniel Cohn-Bendit e Guy Verhofstadt, "Per l’Europa" mantiene la promessa, colorandola con i toni della passione e, quando necessario, dell’invettiva. Un libro da leggere d’un fiato per capire perché questa UE è già una straordinaria conquista ma resta ancora un difficile sogno del quale abbiamo urgentemente bisogno.
Ancora un Consiglio ue a vuoto?
Non è stato un gran Consiglio europeo quello che ha riunito la settimana scorsa i Capi di Stato e di Governo: pochi risultati, qualche tensione e i soliti rinvii. Niente di nuovo per quest’Unione che, appena fatto qualche passo avanti, sembra prendere paura di se stessa e preme sul freno, non importa se la crisi invece continua ad accelerare e a travolgere milioni di persone in Europa.