Al via COP22 per la realizzazione degli accordi di Parigi

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Nonostante l’esito delle elezioni americane rischi di comprometterne la concretizzazione, un anno fa la lotta globale ai cambiamenti climatici aveva segnato un punto importante con la firma dell’accordo di Parigi (COP21). Fu una tappa molto significativa, poiché, per la prima volta, anche i rappresentanti delle grandi potenze mondiali sottoscrissero il documento finale (a differenza, per esempio, di quanto accadde con il Protocollo di Kyoto). I 195 Paesi partecipanti si posero l’obiettivo di ridurre la temperatura del pianeta ai livelli preindustriali a partire dal 2020, intento particolarmente ambizioso considerando gli odierni 2°C al di sopra di questa soglia.

Adesso, dopo il momento dell’accordo, bisogna passare ai fatti. Per questo, a Marrakesh, sono iniziati i negoziati per l’attuazione della COP21 (fase che è stata definita COP22). Il proposito è quello di impegnare i singoli Stati ad elaborare piani efficaci e trasparenti, valutabili con strumenti di report standard, anche anticipando l’inizio delle operazioni prima del 2020, data ufficiale decisa dagli accordi di Parigi. Inoltre, per facilitare il raggiungimento di livelli ambientali accettabili, i Paesi in via di sviluppo saranno sostenuti sia con finanziamenti, sia con trasferimento di know-how tecnologico.

In seguito alla ratifica di COP21 del Parlamento avvenuta il 4 novembre, l’Unione  Europea sarà rappresentata al tavolo dei negoziati da Miguel Arias Cañete, Commissario per l’azione per il clima e l’energia. Egli, al termine di ogni giornata di lavori, dovrà tenere aggiornata sull’avanzamento dei lavori una delegazione di 12 eurodeputati (guidati da Giovanni La Via), i quali parteciperanno ai colloqui previsti con le ONG e con i diplomatici degli Stati extra europei.

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