Europa sociale: le politiche dell’UE per la società

A sessant’anni dai trattati di Roma, l’Unione Europea si interroga sulle sfide e sulle opportunità che il futuro le riserva e lo sviluppo di una dimensione sociale emerge sempre più chiaramente come uno dei temi prioritari del dibattito in corso.

2024

In questo 2017 si è parlato molto di Europa sociale. Il tema, anticipato già nel Libro bianco sul futuro dell’Europa presentato all’inizio di marzo dalla Commissione europea, era stato rilanciato poche settimane dopo dalla Dichiarazione di Roma, sottoscritta dai leader dei 27 Paesi membri dell’UE. A maggio, in concomitanza con una Raccomandazione sul pilastro europeo dei diritti sociali, la Commissione ha pubblicato un documento di riflessione dedicato alla costruzione della dimensione sociale dell’Unione per assicurare la sostenibilità del modello sociale europeo anche in futuro.

Le società europee vantano i livelli di protezione sociale più elevati al mondo e si collocano tra quelle dove le condizioni di benessere, sviluppo umano e qualità della vita sono le migliori; tuttavia, la crisi economica, finanziaria e anche sociale continua a produrre i suoi effetti in molti dei Paesi membri. Invecchiamento demografico, nuovi modelli familiari, digitalizzazione galoppante, nuove forme di lavoro, gli effetti della globalizzazione e dell’urbanizzazione rappresentano ulteriori sfide alle quali l’Europa risponde con strumenti finanziari comunitari, fondi strutturali e leggi, ma le competenze dell’UE restano limitate e in merito a politiche sociali come quelle salariali, gli accordi collettivi, le pensioni e le indennità di disoccupazione sono i governi nazionali a decidere.

Le istituzioni europee si sono impegnate sul fronte della lotta alle discriminazioni e alla disoccupazione, che registra nell’UE il dato più basso dal 2009, e del sostegno ai giovani. In particolare, il Parlamento ha esortato a più riprese una politica più attiva in materie sociali come fondamento stesso del processo di integrazione europea. Sollecita, ad esempio, una regolamentazione europea che garantisca condizioni di lavoro adeguate per tutte le forme di impiego, anche quelle legate alle piattaforme collaborative. Inoltre, il Parlamento e la Commissione sostengono misure per una migliore conciliazione fra lavoro e vita privata, per ridurre il divario di genere nel sistema del lavoro e delle pensioni. La coordinazione dello stato sociale nell’UE permette, poi, ai cittadini che si trasferiscono da un Paese membro a un altro di mantenere i propri diritti sociali.

 

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