UE preoccupata per lo stato d’emergenza in Pakistan

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L’UE riconosce le difficoltà   del Pakistan per quanto concerne la sua politica interna e di sicurezza, tuttavia esprime preoccupazione per la dichiarazione dello stato d’emergenza proclamato dal presidente Pervez Musharraf.
Secondo l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’UE, Javier Solana, «ogni deviazione dal processo democratico generale non puಠessere una soluzione». Per questo, Solana ha chiesto ufficialmente alle autorità   pakistane di rispettare la legge e i limiti previsti dalla Costituzione del Paese, con particolare riferimento alla preparazione delle elezioni in programma. «Ho detto al presidente Musharraf – ha reso noto Solana – che abbandonare la democrazia non è la risposta da dare e che il processo democratico in Pakistan non deve essere interrotto».
Intanto, alcuni Stati membri dell’UE hanno preso decisioni nei riguardi delle autorità   pakistane: il Regno Unito minaccia il taglio dei programmi di assistenza e aiuto se non sarà   ristabilito l’ordine costituzionale, mentre i Paesi Bassi hanno deciso di sospendere l’aiuto finanziario. L’Italia, come molti altri Paesi, chiede che si svolgano regolarmente le elezioni previste a gennaio, mentre gli USA ritengono che il presidente Musharraf dovrebbe dimettersi da capo delle forze armate.
Dalla proclamazione dello stato d’emergenza, in poche ore sono già   circa 1500 le persone arrestate o poste agli arresti domiciliari in Pakistan, tra le quali avvocati, magistrati, responsabili e militanti di partiti politici. Il procuratore generale dello Stato, Malik Abdul Qayyum, ha dichiarato oggi che il Parlamento e le Assemblee provinciali del Pakistan saranno sciolti entro il 15 novembre e che le elezioni legislative si terranno entro 60 giorni da quella data, cioè intorno alla metà   di gennaio. Cosa richiesta anche dalla comunità   internazionale ma che dipenderà   dalle decisioni che prenderà   il presidente Musharraf.

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