Parità   di genere ancora lontana nell’UE

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Il centenario della Giornata internazionale della donna, martedì 8 marzo, è stato celebrato dal Parlamento Europeo riunito in plenaria con la votazione di tre risoluzioni: sulla parità   di genere, sulla povertà   femminile e sulla riduzione delle disuguaglianze.
Se l’occupazione femminile, quella a tempo parziale e i tassi di produttività   fossero comparabili a quelli degli uomini, il PIL potrebbe aumentare del 30%, sottolinea uno dei documenti approvati ricordando inoltre che solo il 3% delle grandi aziende europee è presieduto da una donna. «Gli Stati membri dovrebbero quindi adottare misure efficaci, quali le quote, per garantire una maggiore rappresentanza delle donne nelle principali società   quotate e nei consigli di amministrazione delle imprese in generale» osservano gli eurodeputati, citando la Norvegia come un esempio positivo, seguita da Spagna e Francia.
Mentre il presidente dell’Europarlamento, Jerzy Buzek, ricordava che «ci sono troppe poche donne nel Parlamento Europeo, il 35%: non è sufficiente, anche se è una percentuale un po’ più elevata che nei Parlamenti nazionali», i deputati europei hanno chiesto «obiettivi vincolanti» per garantire pari rappresentanza di donne e uomini in politica nonchà© «ulteriori sforzi» da compiere a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale.
Un’altra rilevante questione è quella relativa al divario di retribuzione tra uomini e donne, che in media nell’UE è di quasi il 18% ma che in molti casi arriva al 25%: invitando gli Stati membri ad attuare correttamente la normativa sulla parità   di retribuzione per pari lavoro l’Europarlamento ha chiesto alla Commissione Europea di «imporre sanzioni ai paesi che non riescono a conseguire tale obiettivo».
Persiste poi, e in periodo di crisi si acutizza, il grave problema della povertà   femminile che colpisce circa il 17% di tutte le donne nell’Unione Europea: «Le politiche macroeconomiche e sociali di mercato del lavoro dovrebbero essere riformate per garantire sia un reddito minimo sia una giustizia economica e sociale per le donne» sostiene l’Europarlamento, sottolineando che tutte le politiche comuni dell’UE dovrebbero avere una prospettiva di genere.
Anche il Consiglio d’Europa in occasione dell’8 marzo ha denunciato i ritardi nel raggiungimento della parità   di genere: «Dobbiamo approfittare del secondo decennio del 21° secolo per fare in modo che l’uguaglianza tra uomini e donne diventi una realtà  » ha affermato il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjà ¸rn Jagland, aggiungendo che «l’uguaglianza nella vita professionale e politica è fondamentale per realizzare un’effettiva parità   tra i generi nella sfera privata». A tale proposito il segretario generale ha posto l’accento su tre settori particolarmente rilevanti e insistito sulla necessità   di: rispettare il principio di parità   delle retribuzioni per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, accrescere la partecipazione delle donne alla vita politica, porre definitivamente fine a qualsiasi forma di violenza nei confronti delle donne.

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