L’economia dell’UE rallenta più del previsto

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Secondo le previsioni intermedie dell’UE, la crescita economica europea sarà   quest’anno dell’1,4% (1,3% nella zona euro), cioè circa mezzo punto percentuale in meno rispetto a quanto previsto lo scorso aprile.
I principali rischi individuati nelle previsioni di primavera si sono realizzati: aggravarsi delle turbolenze sui mercati finanziari, impennata dei prezzi delle materie prime e propagazione degli shock che hanno interessato diversi mercati immobiliari. L’inflazione dovrebbe assestarsi quest’anno intorno a una media del 3,8% nell’UE e del 3,6% nell’area dell’euro, a causa dell’aumento sostenuto e continuo dei prezzi delle materie prime. Si tratta di una revisione al rialzo, anche se l’inflazione potrebbe aver raggiunto un punto di svolta, dato che nei prossimi mesi l’impatto dei passati aumenti dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari dovrebbero gradualmente venir meno.
Nel secondo trimestre dell’anno in corso la produzione ha cominciato a diminuire in numerose economie avanzate, il PIL è sceso dello 0,1% nell’UE e dello 0,2% nell’area dell’euro, il che riflette in parte una fase di reintegrazione dopo la crescita inaspettatamente forte nel primo trimestre, in certa misura favorita da fattori temporanei.
Per il 2008 la Direzione Generale degli Affari economici e finanziari della Commissione prevede quindi una crescita dell’1,4% nell’UE e dell’1,3% nell’area dell’euro, il che rappresenta una revisione al ribasso rispettivamente di 0,6 e di 0,4 punti percentuali rispetto alle previsioni di primavera. Il calcolo è stato effettuato sulla base delle proiezioni aggiornate per la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi, la Polonia, la Spagna e il Regno Unito, che insieme costituiscono circa l’80% del PIL dell’UE.

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