La CES chiede norme sociali nelle nuove misure ambientali

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I sindacati europei hanno chiesto di introdurre misure mirate alla riduzione dell’«impatto sociale» nell’ambito del pacchetto sull’energia e i cambiamenti climatici che sta per essere presentato dalla Commissione europea.
La Confederazione Europea dei Sindacati (CES) constata come nei documenti preparatori della Commissione europea siano assenti le questioni relative all’occupazione e alle trasformazioni sociali, esprimendo un parere negativo attraverso il suo segretario generale John Monks: «àˆ paradossale che, mentre negli Stati membri il tema dell’occupazione è abbondantemente utilizzato per sostenere misure più restrittive nella lotta contro i cambiamenti climatici, la Commissione si comporta come se questa questione non si ponesse a livello europeo».
Secondo i sindacati europei, almeno tre punti dovrebbero essere assolutamente rivisti.
Innanzitutto andrebbe introdotta una «tassa carbonio» sulle importazioni, che nelle intenzioni della CES non sarebbe una misura protezionistica. I sindacati europei ritengono infatti importante che l’UE protegga le industrie pesanti e i relativi posti di lavoro in Europa, rispetto a «una concorrenza falsata da Paesi che non rispettano gli stessi impegni». I rischi per la competitività   dei settori a forte consumo di energia sono infatti dimostrati da vari studi scientifici, compreso uno effettuato dalla CES nel 2007. «Vogliamo che le industrie pesanti possano portare il loro contributo – spiega la CES – ma in un sistema che permetta loro di fare gli investimenti di modernizzazione necessari e dia loro gli incentivi adeguati».
In secondo luogo dovrebbero essere previste «norme sociali per la produzione di biocarburanti», perchà© l’obiettivo fissato dai capi di Stato europei di raggiungere il 10% di biocarburanti nei trasporti «potrebbe avere conseguenze negative sul piano sociale e ambientale», soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, se la Commissione non introduce norme sociali sulla produzione e se non fissa norme ambientali più severe.
Infine, secondo la CES, è necessaria l’apertura di «un vero negoziato» con le parti sociali europee sulla politica climatica dell’UE. Tenuto conto dell’importanza delle sfide economiche e sociali e della crescente responsabilità   comunitaria delle politiche climatiche dell’UE, la CES auspica infatti l’apertura di un negoziato sociale sui futuri obiettivi dell’Europa: «Per i sindacati europei, l’obiettivo sarebbe quello di disporre di un meccanismo che permetta di anticipare, prevenire e, al limite, accompagnare le trasformazioni economiche e sociali risultanti dall’attuazione delle politiche climatiche» osserva Monks, secondo il quale la Commissione europea dovrebbe sostenere l’attuazione di un simile meccanismo.
I sindacati europei propongono poi che il Fondo di aggiustamento alla globalizzazione sia esteso, in modo da supportare i lavoratori nei casi di conseguenze occupazionali derivanti dalle misure previste nella lotta ai cambiamenti climatici.

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