L’UE conferma l’impegno contro la pena di morte

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«L’Unione Europea considera la pratica della pena di morte un atto crudele e inumano, contrario alla dignità   della persona e inutile dal punto di vista della deterrenza» questo il messaggio lanciato dalle istituzioni dell’UE in occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, il 10 ottobre scorso.
L’articolo 2 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, infatti, sancisce esplicitamente che «ogni persona ha diritto alla vita e che nessuno puಠessere condannato alla pena di morte, nà© giustiziato». Per questo l’UE, nel corso degli anni, si è fatta promotrice di varie iniziative diplomatiche e comunicative allo scopo di spingere i propri partner internazionali all’abbandono della pena capitale. Frutto di questa politica è stata la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per una moratoria sulla pena di morte, approvata nel 2007 e rinnovata nel 2008.
In occasione della Giornata mondiale ed europea 2010 contro la pena di morte l’UE e il Consiglio d’Europa hanno emesso una dichiarazione congiunta in cui hanno ribadito la loro opposizione all’uso della pena capitale in ogni circostanza e il loro impegno per l’abolizione della pena di morte nel mondo. «La pena di morte è crudele e disumana, viola la dignità   umana e i diritti umani fondamentali su cui si fondano le due organizzazioni» hanno affermato l’UE e il Consiglio d’Europa, sottolineando come nessun ordinamento giuridico possa garantire la totale assenza di errori mentre la pena di morte è irreversibile. «Per questo motivo dobbiamo continuare a spiegare perchà© la pena di morte è sbagliata e perchà© le generazioni future meritano di vivere in un mondo libero dalla pena capitale» hanno dichiarato le due organizzazioni, ricordando che dal 1997 nessuna esecuzione ha avuto luogo sul territorio dei rispettivi Stati membri e incoraggiamo la Federazione russa, così come gli altri Stati europei che non hanno ancora abolito la pena di morte in ogni circostanza, di farlo ratificando i protocolli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Auspicando un ulteriore aumento dei Paesi abolizionisti nel mondo ed esortando i Paesi membri a sostenere la risoluzione per una moratoria universale sull’uso della pena di morte in sede ONU, l’UE e il Consiglio d’Europa hanno poi invitato tutti i cittadini europei a mobilitarsi per l’abolizione della pena capitale contribuendo così allo sviluppo dei diritti fondamentali e della dignità   umana.
A livello mondiale, invece, la Coalizione mondiale contro la pena di morte (World Coalition Against the Death Penalty – WCADP), formata da 105 organizzazioni per i diritti umani, associazioni legali, sindacati e autorità   locali e regionali, ha dedicato la Giornata 2010 alla pena capitale negli USA, dove da quando sono riprese le esecuzioni nel 1977, più di 1200 persone sono state messe a morte in 35 Stati e sotto la giurisdizione federale. «Diversi altri Paesi mantenitori spesso giustificano il ricorso alla pena di morte citando proprio gli USA, il cui sistema di giustizia capitale è percepito da molti come efficace, giusto e privo di errori» ha osservato Amnesty International, membro fondatore della Coalizione mondiale. «Come possono gli USA reclamare una leadership in tema di diritti umani quando ancora commettono omicidi giudiziari?» ha dichiarato Widney Brown, di Amnesty International, aggiungendo: «La pena di morte è crudele, degradante, inefficace e del tutto incompatibile con qualsiasi concetto di dignità   umana. La sua applicazione negli USA è caratterizzata da arbitrarietà  , discriminazione ed errori. Continuare a eseguire condanne a morte è indifendibile, soprattutto sapendo che imputati innocenti sono stati condannati alla pena capitale. Gli USA devono aggregarsi alla maggioranza abolizionista del mondo».
La pratica della pena capitale negli ultimi anni ha registrato un lento ma costante declino. Tra il 1993 e il 2009 gli Stati che hanno abolito per legge la pena di morte sono infatti aumentati da 55 a 97, mentre già   139 sono abolizionisti per legge o nella pratica. Tuttavia, dei 58 Paesi che hanno ancora nel proprio ordinamento la pena capitale, 18 l’hanno pronunciata nell’ultimo anno per un totale di almeno 5679 esecuzioni.

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