Dopo la ferma posizione assunta dal Parlamento serbo, la Commissione europea rende noto che «la Serbia ha una prospettiva europea, come tutti gli altri Stati dei Balcani occidentali», aggiungendo che «la questione dell’integrazione europea non dovrebbe essere legata al nuovo status del Kosovo».
La Commissione europea risponde così, attraverso il suo portavoce, alla risoluzione votata dal Parlamento di Belgrado il 27 dicembre scorso a larghissima maggioranza (220 voti favorevoli, 3 astenuti e solo 14 contrari), con la quale la Serbia annuncia che rinuncerà alla futura adesione all’UE e alla NATO se i Paesi membri dei due organismi internazionali riconosceranno l’indipendenza del Kosovo, cosa che sembra ormai probabile.
La risoluzione, approvata dal Parlamento serbo dopo otto ore di dibattito e appoggiata sia dal presidente Boris Tadic sia dal premier Vojislav Kostunica, leader dei due principali partiti della coalizione di centrodestra, è stata sostenuta anche dai partiti d’opposizione dei Radicali ultranazionalisti e dei Socialisti. Riferendosi all’Accordo di associazione e stabilizzazione che la Serbia potrebbe siglare con l’UE il prossimo gennaio, il Parlamento serbo afferma che «qualsiasi trattato la Serbia firmi, incluso l’Accordo di associazione e stabilizzazione, deve essere in linea col mantenimento della sovranità e integrità territoriale». àˆ inoltre specificato che Belgrado rinvierà la decisione sull’adesione alla NATO e si opporrà alla missione in Kosovo proposta dall’UE se non ci sarà un’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per ora bloccata dal veto della Russia.
Il testo della risoluzione è tuttavia sufficientemente vago da non escludere definitivamente la possibilità dell’integrazione europea per la Serbia, mentre permette ai due partiti dell’attuale coalizione di governo serbo di mantenere l’unità in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il 20 gennaio prossimo.
