Giornata mondiale ed europea contro la pena di morte

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Sono ormai 139 i Paesi che hanno abolito la pena capitale per legge o nella pratica e la situazione mondiale è migliorata anche nel 2009, tuttavia la necessità   di abolire totalmente le esecuzioni è stata affermata anche nella settima Giornata mondiale contro la pena di morte (10 ottobre), che è anche la terza Giornata europea sul tema.
In Europa, solo la Bielorussia continua a emettere ed eseguire condanne a morte e, in occasione della Giornata mondiale ed europea contro la pena capitale, Amnesty International ha chiesto che nel Paese sia istituita una moratoria sulle esecuzioni.
In un comunicato congiunto, il Consiglio d’Europa e la presidenza di turno svedese dell’UE hanno sottolineato l’importanza della Giornata mondiale ed europea, ricordando come la pena di morte sia contraria ai diritti fondamentali su cui sono fondati i due organismi internazionali e che l’abolizione della pena capitale è una condizione basilare richiesta a tutti i Paesi che intendono diventare membri del Consiglio d’Europa e dell’UE. «Un continente europeo libero dalla pena di morte rappresenta un passo importante verso l’abolizione globale» si legge nel comunicato congiunto di UE e Consiglio d’Europa, mentre quest’ultimo intende procedere ad una riflessione approfondita sullo slogan della sua campagna ”La pena di morte non è giustizia” ed esaminare la questione delle pene alternative di cui dispongono i sistemi di giustizia penale.
In occasione della Giornata mondiale, la Coalizione mondiale per l’abolizione della pena di morte (costituita nel 2002 e che riunisce 96 organizzazioni per i diritti umani, associazioni legali, sindacati e autorità   locali e regionali) ha lanciato un pubblico appello ai quattro Paesi che ancora oggi mettono a morte minorenni, affinchà© fermino queste esecuzioni e si allineino alla grande maggioranza dei Paesi che hanno posto fine a questa pratica. «Arabia Saudita, Iran, Sudan e Yemen continuano a emettere ed eseguire condanne a morte nei confronti di persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato. In Iran, spesso, sono stati messi a morte imputati minorenni anche al momento dell’esecuzione» denuncia Amnesty International, che tra l’inizio del 2007 e il giugno 2009 ha documentato 24 esecuzioni di minorenni in Arabia Saudita, Iran e Yemen.
La stessa Amnesty International segnala tuttavia anche alcuni risvolti positivi del 2009: il Burundi e il Togo sono diventati abolizionisti per tutti i reati; negli USA anche lo Stato del New Mexico ha posto fine alle esecuzioni; ad agosto, il presidente del Kenya ha ordinato la più grande commutazione della storia, con 4000 condanne a morte tramutate in ergastolo; segnali importanti giungono anche da Paesi mantenitori come il Vietnam, dove sono stati ridotti i reati punibili con la pena di morte.

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