Economia europea solida, ma diminuisce la crescita

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La Commissione europea ha presentato le sue previsioni economiche intermedie elaborate dalla direzione Affari economici e monetari, correggendo leggermente al ribasso le previsioni di crescita dell’UE. Per l’anno in corso, infatti, è prevista una crescita economica del 2,5% del PIL nella zona euro (rispetto al 2,6% previsto in primavera) e del 2,8% nell’UE a 27 Stati (rispetto al 2,9% delle precedenti previsioni).
La Commissione europea prevede che «la crescita dell’economia europea resti sostenuta da solidi fondamentali e da condizioni ancora favorevoli», tuttavia osserva che «le recenti turbolenze hanno chiaramente aumentato i rischi di ulteriori ribassi» e per questo chiede ai governi europei «di mantenere invariata la via delle riforme strutturali e di consolidare lo stato dei propri conti pubblici».
Ritoccate invece al rialzo le stime sull’inflazione, che alla fine del 2007 dovrebbe attestarsi al 2% nell’area dell’euro (con un ritocco di 0,1 punti percentuali) e al 2,2% nell’UE a 27, ma che secondo la Commissione dovrebbe comunque «rimanere sotto controllo».
Il documento elaborato dall’esecutivo europeo afferma che i consumi privati hanno costituito il principale motore della crescita nel primo trimestre, nonostante il rallentamento della crescita dell’occupazione, e che «indicazioni positive per i servizi e la vivace crescita delle entrate IVA fino ad agosto indicano che la domanda interna continuerà   a essere il principale fattore di spinta nell’anno». Secondo il commissario europeo per gli Affari economici e finanziari, Joaquìn Almunia, «il picco del ciclo di crescita è alle nostre spalle, perಠi fondamentali dell’economia europea restano solidi e abbiamo la possibilità   di avere una situazione favorevole nei prossimi mesi».
Per quanto riguarda poi la situazione economica italiana, il commissario europeo ha dichiarato che «la stima di una crescita del PIL italiano dell’1,9% nel 2007 è coerente con l’evoluzione attuale dell’attività   economica e delle finanze pubbliche in Italia», ma Almunia si augura che «alla fine dell’anno il deficit eccessivo italiano venga corretto, in linea con le stime di crescita di oggi».

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