Campagna europea per un reddito minimo adeguato

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«àˆ ora di affermare chiaramente che programmi per un reddito minimo adeguato costituiscono un prerequisito fondamentale per un’Unione europea basata sulla giustizia sociale e sulle pari opportunità  »: con questa motivazione la Rete europea contro la povertà   lancia una campagna estesa a tutta l’UE.
Alla presenza di rappresentanti di ONG e partner sociali, membri dell’Europarlamento e della Commissione europea, l’European Anti Poverty Network (EAPN) ha annunciato l’avvio della campagna europea per un reddito minimo adeguato, perchà©, come ha spiegato il presidente dell’EAPN Ludo Horemans, «non esistono programmi per un reddito minimo adeguato in tutti i Paesi dell’UE e, dove ci sono, la loro accessibilità   non è garantita a tutti dal momento che alcuni gruppi di cittadini non ne hanno diritto per l’età  , la situazione occupazione o lo status di migranti. Inoltre, questi programmi spesso non hanno livelli adeguati per permettere alle persone di uscire dallo stato di povertà  , perchà© non tengono nel dovuto conto l’aumento del costo della vita, dei servizi, delle abitazioni».
La strategia per l’inclusione attiva, lanciata dall’UE nell’ottobre scorso con una raccomandazione e una consultazione che si concluderà   il prossimo febbraio, sarà   efficace solo con un supporto reale dell’UE e un preciso impegno da parte degli Stati membri, sottolinea l’EAPN. Così come deve essere invertita la tendenza crescente ad associare programmi per un reddito minimo a un’immagine negativa della povertà  , cosa che indebolisce uno degli elementi chiave positivi del modello sociale europeo.
Contro l’attuale situazione europea e sottolineando come la povertà   non dipenda solo dal livello di reddito ma questo costituisca indubbiamente un prerequisito essenziale per una vita dignitosa, la Rete europea lancia dunque la campagna europea per un reddito minimo adeguato chiedendo agli Stati membri dell’UE di: riconoscere questi programmi come un elemento essenziale del sistema di protezione sociale e della costruzione di una società   dignitosa; garantire l’accesso a un reddito minimo adeguato come un diritto basilare di cittadinanza; partecipare attivamente e in modo propositivo alla consultazione europea in corso sull’inclusione attiva, appoggiando la proposta secondo cui supporti al reddito sufficienti per una vita dignitosa sono di fondamentale importanza nell’approccio di lotta alla povertà   e all’esclusione sociale.

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2 COMMENTI

  1. Scrivi il tuo commento qui.
    L’obiezione maggiore contro l’ipotesi di un reddito minimo garantito o di un “reddito di cittadinanza” (come preferisco chiamarlo, per legarlo alla cittadinanza di residenza)è che non è economicamente sostenibile. Penso invece che se mettiamo insieme le cifre che i singoli stati europei spendono per indennità  di disoccupazione, ammortizzatori sociali etc. e li facciamo confluire in un fondo sociale europeo gestito dalla Commissione (che così esercita finalmente funzioni di “Governo Europeo”), il progetto può diventare economicamente compatibile e sarebbe un passo avanti enorme nella nostra civiltà  giuridica e sociale, senza dimenticare gli effetti che avrebbe di sdrammatizzazione del problema del precariato. A mio parere occorre discute di questi aspetti. Già  diversi parlamentari europei se ne stanno occupando, il Movimento Federalista Europeo – MFE, di cui faccio parte, ha intenzione di occuparsene. Potremmo insieme organizzare un primo incontro di approfondimento (APICE – Parlamentari Europei – MFE). Contattatemi.

  2. Grazie per il tuo commento che a nostro parere tocca il tema centrale di una fiscaltà  veramente europea, imposibile da realizzare senza che da parte agli Stati membri via sia un ulteriore passo nel trasferimento di sovranità .
    Magari ne parleremo “dal vivo” in occasione di una prossima iniziativa di APICE, intato auguri per il nuovo anno.

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