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Franco Chittolina

Franco Chittolina
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Vicepresidente di APICEUROPA, ha lavorato per 25 anni a Bruxelles presso le Istituzioni europee (Consiglio dei ministri prima e Commissione poi), impegnandosi per il dialogo tra le Istituzioni comunitarie e la società civile. Dal 2005 lavora in Italia per portare l’Europa sul territorio piemontese, in particolare nella provincia di Cuneo.

Allarme lavoro in Italia e in Europa

La settimana scorsa, il 30 novembre, gli istituti statistici dell’Italia e dell’Europa hanno suonato in contemporanea l’allarme. L’ISTAT dicendoci che la disoccupazione in Italia è salita all’11,1%, quella giovanile al 36,5% e hanno raggiunto i massimi storici i numeri del lavoro a tempo parziale (3,8 milioni di persone) e dei precari (2,8 milioni). EUROSTAT registra nell’eurozona una disoccupazione all’11,7%, con quasi 19 milioni di persone senza lavoro, oltre due milioni in più nell’ultimo anno.

Scoprire il Monti-pensiero

Da oltre un anno a questa parte molti italiani hanno cominciato a conoscere Mario Monti. Ne hanno scoperto il profilo di tecnocrate apprezzato in Europa e nel mondo, poi via via il governante severo del rigore, il pedagogo delle lunghe e anche un po’ noiose conferenze stampa.

UE: il miracolo del volo del calabrone

Al Consiglio europeo di Bruxelles della settimana scorsa è andata come previsto. Non bene, a voler essere ottimisti; mortificante, a volerla dire tutta. Non bene, perché si va ripetendo ormai da troppo tempo il rito del rinvio, mentre la crisi incalza, i Paesi delle periferie d’Europa, a sud e a est, hanno l’acqua alla gola e nuovi attori dell’economia mondiale accrescono i loro spazi di influenza e l’occupazione di fette consistenti dei mercati.

Bilancio UE, pomo della discordia

Rischia di non essere un bello spettacolo il prossimo Consiglio europeo del 22 e 23 novembre a Bruxelles. E non è nemmeno sicuro che due giorni di negoziati basteranno a smaltire i veleni circolati abbondantemente nelle vene esauste dell’Unione Europea e a sciogliere i perversi intrecci che si sono andati annodando in questi ultimi mesi: dalla difficoltà a far digerire nei 25 Paesi che lo avevano sottoscritto il “fiscal pact” alle manovre per ritardare l’avvio dell’unione bancaria e adesso adottare il bilancio per il 2013 e, soprattutto, il quadro finanziario per il settennio 2014-2020.

L’UE a marcia indietro

Non si erano ancora spenti gli entusiasmi europei, probabilmente eccessivi, per la vittoria di Obama su Romney nelle elezioni presidenziali USA che la cronaca economica e sociale ha richiamato tutti alla realtà. Quanto basta per ritrovare l’Europa dei due passi avanti e uno indietro, quella che da ormai quattro anni galleggia su una crisi alla quale risponde con il solo rigore e, quello che è anche peggio, ridando fiato a divisioni ed egoismi di cui proprio non si avverte il bisogno.

Stati Uniti e Europa nel secondo mandato di Obama

Meccanismi elettorali complessi, con grandi elettori che prevalgono sul voto popolare e conteggi regolarmente esposti a contenziosi, hanno deciso chi doveva essere il Presidente USA e l’hanno deciso anche per noi che, in questo mondo globale, continuiamo a essere governati da sovranità locali, già contenti se frutto di processi democratici come nel caso americano, anche se senza alcuna nostra partecipazione.

Stati Uniti e Europa in un mondo che cambia

Il calendario politico ha concentrato in tre giorni due eventi di portata mondiale: il 6 novembre le elezioni presidenziali americane e l’8 novembre il cambio della guardia in Cina. Due esiti che condizioneranno in misura rilevante la nostra vita quotidiana: nel primo caso per i prossimi quattro anni, nel secondo addirittura per dieci, salvo naturalmente sorprese in una Cina piena di contraddizioni e forse non così stabile come si tende a credere.

L’Europa e le sue faglie

Da sempre la carta d’Europa rivela una ragnatela di frontiere. Nel corso del tempo molte di quelle linee di frattura si sono modificate, a tratti ridotte da imperi più o meno duraturi per poi moltiplicarsi alla loro dissoluzione. Oggi nell’Unione Europea le frontiere continuano a delimitare Stati più o meno sovrani, in pace tra di loro, godono di una tranquilla stabilità e sono diventate cerniere e ponti invece che muraglie difese dagli eserciti. Non va però dimenticato che accanto a queste frontiere, antiche cicatrici lasciate dalle guerre, altre linee di demarcazione percorrono l’UE, non più bellicose come un tempo ma nemmeno prive di tensioni, alcune già evidenti e altre che covano sotto la cenere.

UE tra sogno e bisogno

Il sottotitolo recita “Manifesto per una rivoluzione unitaria” e il libro di Daniel Cohn-Bendit e Guy Verhofstadt, "Per l’Europa" mantiene la promessa, colorandola con i toni della passione e, quando necessario, dell’invettiva. Un libro da leggere d’un fiato per capire perché questa UE è già una straordinaria conquista ma resta ancora un difficile sogno del quale abbiamo urgentemente bisogno.

Ancora un Consiglio ue a vuoto?

Non è stato un gran Consiglio europeo quello che ha riunito la settimana scorsa i Capi di Stato e di Governo: pochi risultati, qualche tensione e i soliti rinvii. Niente di nuovo per quest’Unione che, appena fatto qualche passo avanti, sembra prendere paura di se stessa e preme sul freno, non importa se la crisi invece continua ad accelerare e a travolgere milioni di persone in Europa.

Tobin tax e dintorni

Dall’UE stanno arrivando segnali di risveglio, trascurati dai più o non letti in prospettiva come meriterebbero. Per limitarci ai più significativi basta soffermarsi su tre episodi di questi primi giorni di ottobre: l’adozione del “Meccanismo Europeo di Stabilità” (ESM), l’avvio di una cooperazione rafforzata in vista di istituire la “Tobin tax” e il duro confronto in corso sul futuro bilancio dell’UE.

Vent’anni di Mercato unico europeo

Ci sono date importanti nella giovane storia dell’UE: un calendario denso di avvenimenti, caratterizzato spesso da due passi avanti e uno indietro con lunghi momenti di pausa nel processo di integrazione europea, che ci ha fatto dimenticare una data importante di vent’anni fa, quando nel 1992 arrivò a compimento – o quasi – il progetto del Mercato unico.

Il nuovo che non avanza

Resta desolante il paesaggio della politica italiana. Dopo i tempi del “bunga bunga” in molti avevano sperato che il mandato di governo offerto da Giorgio Napolitano a Mario Monti consentisse di risanare il Paese devastato da troppe stagioni di malgoverno, alla politica di rigenerarsi e ai cittadini italiani di riavvicinarsi con fiducia alle Istituzioni repubblicane. Purtroppo non sta andando così: la vecchia Italia continua a sprofondare nella melma della corruzione, l’economia ad andare di recessione in recessione, il debito pubblico ad ingigantirsi, il welfare a perdere colpi e, anche più grave, i suoi cittadini a sopravvivere rassegnati a un destino che tale non è, ma così sembra sia ormai considerato da molti. Spesso è così che deperiscono e muoiono le democrazie, giorno dopo giorno, quando nessun soprassalto di novità e di discontinuità si manifesta e il vecchio continua ad avanzare.

Italia e Europa raccontate al mondo

Poteva essere la solita liturgia quella dell’intervento all’Assemblea Generale dell’ONU di Mario Monti di mercoledì scorso, limitandosi a discorsi di maniera e evitando temi imbarazzanti. Invece da New York Mario Monti se ne è tornato a casa lasciandovi un’immagine dell’Italia fermamente intenzionata a ritrovare un ruolo e una rinnovata credibilità nel processo di integrazione europea e nel concerto internazionale, decisa a risanare la propria economia e, la propria politica. Non è mancato il richiamo a quanto sta accadendo nella zona euro, oggetto di preoccupazione in molte parti del mondo: Monti ha confermato che un’Europa più unita e più forte è nell’interesse non solo degli europei e ha ricordato le misure già adottate dall’UE, alle prese con la peggiore crisi della sua storia.

A ciascuno la sua Europa

“A ciascuno la sua notte” è il titolo di un romanzo inquieto dello scrittore francese Julien Green: fa venire in mente la notte dell’Europa, diversamente vissuta da ciascuno dei protagonisti della politica italiana.

Nuove luci e vecchie ombre sull’Europa

Dopo mesi e anni di cattive notizie per l’Europa, qualcosa sembra finalmente cambiare. Dopo l’infinito corteo di segnali di crisi e annunci di baratri per l’Europa, gli ultimi giorni hanno registrato più luci che ombre, con eventi che potrebbero cambiare la sorte dell’Unione Europea, frenandone la deriva pessimista, ridando fiato all’euro e incoraggiando le Istituzioni europee a riprendere l’iniziativa: condizione essenziale per rilanciare un’ Europa dei popoli con i cittadini reali protagonisti.

Se l’Europa riparte

Con la decisione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE), l’UE non solo ha tirato un sospiro di sollievo e con essa i Paesi sotto la pressione dello “spread”, ma ha anche ripreso fiato in vista cammino verso la ricostruzione dell’Europa, a cominciare dall’eurozona minacciata dalla crisi dell’euro e dal corto circuito tra i dissesti delle banche e il debito sovrano di alcuni suoi Stati.

Europa, è ora di scoprire le carte

Se agosto per l’Europa non è stato un mese tranquillo, non sarà certo settembre il mese per riposare. Da troppo tempo ormai si vanno accumulando annunci, rinvii, contraddizioni e contrasti perché adesso i nodi non vengano al pettine.

Agosto, l’Europa non va in vacanza

È stato un mese di agosto senza o con poche vacanze, a cominciare dai molti che la crisi ha trattenuto a casa. Hanno dovuto rinunciare o ridurre le loro vacanze anche molti politici, alle prese con le misure di austerità, la lotta contro lo spread e impegnati in manovre politiche e finanziarie. Due gli epicentri della tensione: Germania e Italia.

Il settembre che aspetta l’Europa

Settembre potrebbe essere davvero un mese importante per il nostro futuro e non solo perché con la ripresa delle attività si potrà meglio misurare le prospettive dell’economia europea e le pressioni che su di essa eserciteranno i mercati, ma anche per alcuni appuntamenti istituzionali importanti dai quali, ci auguriamo, venga un messaggio per una nuova Unione sovranazionale.

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