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Franco Chittolina

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Vicepresidente di APICEUROPA, ha lavorato per 25 anni a Bruxelles presso le Istituzioni europee (Consiglio dei ministri prima e Commissione poi), impegnandosi per il dialogo tra le Istituzioni comunitarie e la società civile. Dal 2005 lavora in Italia per portare l’Europa sul territorio piemontese, in particolare nella provincia di Cuneo.

I riflettori dell’Europa sull’Italia

Nel corso di un difficile confronto a Vilnius, la settimana scorsa, il ministro Saccomanni ha provato a rassicurare i suoi colleghi. L’ha fatto come uno che sente di essere seduto sul banco degli imputati, guardato dall’Europa come il rappresentante di un’Italia recidiva che, appena uscita dalla procedura per deficit eccessivo, rischia già di ritornarci.

Guerra e pace nella Russia di Putin

Il vertice del G20, che riuniva a San Pietroburgo i potenti di questa terra ha ancora una volta rivelato tutta la sua impotenza a trovare una risposta condivisa ai molti e gravi problemi di questo nostro mondo globalizzato, dilaniato da opposte sovranità nazionali, incapaci di abbozzare qualcosa che assomigli ad un governo mondiale.

Germania, è tempo di migrare

Presto i cittadini tedeschi saranno chiamati al voto. Una scadenza diventata un’ossessione per molti europei, che dall’esito di quel voto aspettano di conoscere anche il futuro destino dell’Europa e, in particolare, dei suoi Paesi periferici. Verrà allora il tempo di rimettersi in movimento e, per pastori e greggi, di migrare.

Dall’Europa qualche buona notizia per le vacanze

Poiché di cattive notizie sono ormai anni che facciamo il pieno e poiché in molti sospettano che altre non meno brutte siano pronte per l’autunno, come qualcuno già predice, viene voglia adesso di fare un giro in Europa per cercarne di migliori. Un’impresa non facile ma che vale la pena tentare, con la speranza di mettere qualcosa di positivo nel borsone delle vacanze. Per chi in vacanza parte, ma anche – e sono molti – per quelli che restano e in questa Europa vivono.

Il G20 di Mosca: un rito stanco?

Grande è la tentazione di raffigurarsi i Vertici internazionali come una “compagnia di giro” che periodicamente si dà appuntamento in qualche parte del mondo per recitare una parte della quale tutti o quasi conoscono già il finale.

Quale estate per l’Europa e per l’Italia?

Premesso che è sempre rischioso fare previsioni, specie se riguardano il futuro, quest’anno è particolarmente difficile provare a indovinare che cosa capiterà nella mezza estate che ci resta. Così è per chi si azzardasse ad anticipare quanto potrà accadere in Europa e in Italia, tanto sul versante economico e sociale che su quello politico. Molte le ragioni dell’incertezza estiva.

USA-UE: per un’alleanza economico-commerciale

Sarà un caso, ma la rivelazione sullo spionaggio americano è arrivata al momento giusto per rendere più difficili i negoziati, appena annunciati, su un’alleanza commerciale e economica tra Stati Uniti e Unione Europea. Si tratta di due alleati che, dal dopoguerra in poi, hanno collaborato politicamente e militarmente, senza risparmiarsi qualche tensione sui mercati mondiali, come avviene tra amici-concorrenti.

Da Bruxelles un po’ di ossigeno per l’Italia

I vincoli di quel Patto di stabilità – denunciato a suo tempo come Patto di “stupidità” da un Prodi insolitamente audace – sembrano allentarsi almeno un po’ per l’Italia in recessione e con la disoccupazione che continua a crescere.

Unione Europea: la tartaruga esce dal letargo?

Accade spesso, quando arriva il momento del bilancio di un evento preceduto da molte o troppe attese, di salvarsi con un giudizio del tipo: “È andata meglio di quanto si potesse temere, anche se meno bene di quanto si potesse sperare”. Un giudizio che spesso si addice anche ai Consigli europei dei Capi di Stato e di governo dell’Unione Europea e che funziona anche con il Vertice di fine giugno a Bruxelles.

Per l’Unione Europea un calendario in salita

I tempi per la politica sono, o dovrebbero essere, una variabile decisiva. Lo sono certamente per l’economia e, più ancora, per quanti stentano ad arrivare alla fine del mese. Purtroppo non sempre funziona così con le decisioni politiche, in Italia come in Europa.

Più lavoro con meno Europa?

Chi si aspettava grandi cose dall’incontro a Roma, la settimana scorsa, tra i ministri dell’economia e del lavoro di Italia, Germania, Francia e Spagna sarà rimasto deluso per la scarsità di risultati concreti. Meno delusi – o, meglio, meno sorpresi – quanti conoscono i limiti di questa Unione Europea e la crisi profonda nella quale si dibatte ormai da anni.

E adesso nell’UE priorità al lavoro

Per il futuro del lavoro l’Unione Europea è alla vigilia di una svolta importante. Il prossimo Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo, che si riunirà a Bruxelles il 27 e 28 giugno, non potrà concludersi senza qualche decisione significativa a sostegno dell’occupazione, in particolare di quella giovanile.

Germania-Francia: prove di matrimonio

Ci sono matrimoni d’amore e matrimoni di interesse, senza escludere possibili contaminazioni tra gli uni e gli altri. Come catalogare quello tra Germania e Francia è operazione difficile. Se si guarda ai tempi lunghi della storia, ripercorrendola fino alla prima metà del secolo scorso, i due Paesi non possono certo dire: “ci siamo molto amati”.

Dall’UE libertà condizionata per l’Italia

In Italia la si aspettava da mesi, un po’ come la primavera quest’anno. E giusto un pallido raggio di sole è arrivato finalmente da Bruxelles, con un titolo un po’ complicato: “uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo”.

Hollande-Bonino: quale progetto di Europa?

Le dichiarazioni di François Hollande della settimana scorsa e quelle, qualche giorno dopo, del nostro ministro degli esteri, Emma Bonino, in un’intervista al Corriere della sera del 19 maggio, sono state oggetto di molti commenti: a livello francese e internazionale quelle di Hollande e, quasi soltanto in Italia, quelle della Bonino.

Barlumi di speranza nel tunnel della crisi europea

Non è facile, di questi tempi, rintracciare barlumi di luce nella notte che attraversa l’Unione Europea, oppressa dalla crisi e frenata da Stati membri alle prese con elettorati ripiegati sullo spazio nazionale e sui loro interessi immediati.

La festa triste dell’Europa

La settimana scorsa era in programma, come ogni anno, la festa dell’Europa: il 9 maggio di sessantatre anni fa, cinque anni appena dopo la fine della seconda guerra mondiale, la “Dichiarazione Schuman” dava avvio al processo di integrazione europea. In questa Europa ferita dalla crisi e dal ritorno di vecchi nazionalismi, quando non di movimenti xenofobi, non stupisce il mancato clima di festa nei giorni scorsi, come non sorprendono le reazioni verso l’UE dei cittadini europei.

9 maggio: l’Europa non fa festa

Questa Europa in crisi è un po’ come la stagione che viviamo: viene da un lungo inverno e non si intravvede una primavera degna di questo nome. Difficile, in queste condizioni, fare festa per l’Europa, proprio quando in tanti sembrano intenzionati a “farle la festa”. Doveroso però continuare a lavorare perché l’Unione Europea ritrovi slancio e riconquisti la fiducia dei suoi cittadini

Il rispetto dei patti nell’Unione Europea

Quanto più cresce la litigiosità e l’intensità dei contenziosi tanto più si invocano i “patti” e i loro rispetto. Non accade solo nell’Italia alle...

Un governo per l’Italia e per l’Europa

Ci sono voluti due mesi dopo le elezioni, una selva di veti incrociati, gli insulti di chi pretendeva di essere la novità assoluta senza vedere quanto il nuovo Parlamento fosse ringiovanito e rafforzato da una forte presenza femminile, ma alla fine un nuovo governo ha preso forma, molto più giovane e con molte più donne che non in passato.

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