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Adriana Longoni

Adriana Longoni
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Tra i fondatori di APICE e a lungo vicepresidente, ha lavorato per molti anni nelle Istituzioni europee coordinando i progetti nell'ambito della cooperazione allo sviluppo e della politica di vicinato, in Guinea Conakry prima e in Caucaso poi. Gestisce l’Antenna di Bruxelles dell’Associazione.

Tanti auguri, Albania !

Il 28 novembre 2012, l’Albania festeggia il centenario della sua indipendenza . Sono previste iniziative ovunque in Europa, con l’obiettivo di parlare del lungo e difficile cammino percorso dal Paese fino ad oggi, di mettere in risalto i suoi tesori storici, culturali e artistici, ma anche di esprimere il desiderio di tessere legami, di stabilire dialogo e di rafforzare l’integrazione dei cittadini albanesi presenti nei Paesi europei.

Cina, tra passato e futuro

In questi ultimi giorni i riflettori dei media erano praticamente tutti puntati sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e sul nome di chi avrebbe guidato il Paese più potente del mondo nei prossimi quattro anni. Due giorni dopo, l’8 novembre, si apriva a Pechino il XVIII Congresso del Partito Comunista Cinese, con all’ordine del giorno, fra l’altro, la nomina di un nuovo Presidente chiamato a guidare, per i prossimi cinque o dieci anni, il Paese più popolato al mondo, impegnato in una corsa allo sviluppo economico e attore che cresce sulla scena internazionale.

Un Premio Nobel per la pace all’ Unione Europea

È stato un riconoscimento a dir poco inaspettato, tanto da suscitare non solo sorpresa, ma in qualche caso anche sottili ironie o ragionevoli dubbi. Eppure, che lo si voglia o no, questo Premio Nobel per la Pace interviene in un passaggio importante fra passato e futuro dell’Europa, in un momento cruciale nella storia della sua difficile integrazione e sembra un Premio dato al passato dell’UE per spronarla verso il futuro.

Georgia, tra Russia ed Europa

Le elezioni legislative che si sono tenute in Georgia lo scorso 1 ottobre aprono nuovi scenari nel Caucaso del Sud e pongono più che mai il Paese sul filo di un delicato equilibrio geopolitico fra Russia ed Europa.

I mali del mondo all’ordine del giorno dell’ONU

Come ogni anno a settembre quasi tutti i leader del mondo si ritrovano a New York per la riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e per discutere dei principali problemi e sofferenze del mondo. Sotto la nuova Presidenza di Vuk Jeremic, ex Ministro degli Affari esteri di Serbia, l’Assemblea aveva iscritto al suo ordine del giorno punti caldi come il Mali, il Congo, la coesistenza dei due Sudan o il programma nucleare iraniano.

Venti di tempesta sulle Primavere arabe

Si è alzato un violento vento di proteste in tutto il Medio oriente e oltre contro l’ennesima e sciagurata provocazione di un film blasfemo sul Profeta Maometto. Ma il film, che da solo non spiega il perché di tanta violenza e di tanto rancore, interviene in un momento particolarmente difficile per il futuro delle Primavere arabe e in un contesto regionale ad alta instabilità. La situazione è sempre più pericolosa e imprevedibile e l’Europa non può più permettersi di stare a guardare, perché è la sola a poter immaginare un nuovo dialogo, una nuova cooperazione, una nuova politica di interessi comuni e condivisi da una parte e dall’altra del Mediterraneo. Nel rispetto di tutti.

L’Egitto nella transizione

Sembra lontano quel 30 giugno 2012 quando Mohamed Morsi prestò giuramento davanti alla Corte costituzionale e divenne il nuovo Presidente d’Egitto. Era stata un’elezione che aveva sorpreso un po’ tutti, anche perché Morsi era stato presentato quasi come un candidato di ripiego per i Fratelli Musulmani e non presentava quel carisma che in tanti cercavano per portare avanti, nello spirito della Rivoluzione, la transizione verso il dopo Mubarak. Ma a poco più di due mesi dalla sua elezione, Morsi ha già dato segni significativi di cambiamento, sia sul piano interno che su quello esterno per un nuovo ruolo dell’Egitto sulla scena mediorientale e internazionale.

Putin e la paura delle Pussy Riot

Era una sentenza attesa e scontata quella del 18 agosto scorso che ha condannato a due anni di prigione tre ragazze del gruppo rock Pussy Riot, il cui “crimine” è stato quello di chiedere alla Madonna, cantando nella Cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore, di liberare la Russia da Putin. Un’invocazione durata 30 secondi, che, per quanto discutibile, provocatoria o emblematica che sia, ha fatto il giro del mondo e ha ulteriormente messo in evidenza la deriva autoritaria della Russia e del suo Presidente Putin contro ogni forma di dissenso.

Sahel, tra destabilizzazione, carestia e venti di guerra

In un momento in cui gran parte dell'opinione pubblica internazionale ha gli occhi rivolti soprattutto sulla guerra civile in Siria, c'è un pezzo d' Africa, il Mali, che sta vivendo, nell'ombra dell'informazione, una delle sue crisi più profonde dalla sua indipendenza.

Le contraddizioni dell’UE nei confronti di Israele e del Medio Oriente

I nuovi accordi di cooperazione siglati tra UE ed Israele evidenziano le contraddizioni della politica dell'Unione, sollevando interrogativi su come questi nuovi accordi vadano ad inserirsi nel rapporto che escludeva il rafforzamento delle relazioni dopo l'intervento armato israeliano nella Striscia di Gaza del 2009/2010.

Siria: sedici mesi di lotta contro il regime e l’instabilità nella regione

Dopo il colpo inferto dall'opposizione ai vertici della difesa il 18 luglio, ci si interroga per quanto tempo ancora Bachar el Assad e il suo regime potranno aggrapparsi al potere. In un quadro sempre più inquietante della progressiva instabilità che si sta manifestando nella regione, si contano, dopo sedici mesi di violenta repressione, più di 20.000 vittime.

La Russia e la paura dell’opposizione

Non si sono fatte attendere a lungo, dopo l'investitura a Presidente di Vladimir Putin, le misure volte a mettere a freno opposizione e libertà d'espressione in Russia. La Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, a velocità sostenuta, ha infatti adottato una serie di leggi che hanno seminato dubbi e preoccupazioni non solo fra l'opposizione interna, ma anche fra la comunità internazionale.

La Libia e le sue prime elezioni libere

Anche la Libia ha vissuto sabato 7 luglio le sue prime elezioni libere dopo la caduta di Mouammar Gheddafi nell’ottobre 2011 e dopo una guerra civile che ha causato più di 50.000 vittime e un intervento “umanitario” della NATO.

Il Kosovo verso la completa “sovranità nazionale”

Il 2 luglio 2012 può essere considerata una data importante per il futuro del Kosovo e una tappa significativa sul lungo cammino dell’indipendenza: il Gruppo di Orientamento sul Kosovo (ISG, International Steering Group) ha deciso, nella sua riunione di Vienna, di porre fine alla “sorveglianza internazionale” sul Paese e, di conseguenza, di riconoscerne la piena sovranità. Una sovranità che diventerà effettiva solo in settembre, dopo che il Parlamento kosovaro avrà adottato i testi legislativi necessari.

Da Rio a Rio +20

Si è conclusa oggi la tanto attesa Conferenza di Rio + 20, destinata da una parte a fare il punto sui progressi fatti negli ultimi vent’anni e dall’altra ad assumere i futuri impegni politici e finanziari per porre rimedio alle gravi malattie di cui soffre il nostro Pianeta.  

Elezioni in Egitto

Sullo sfondo di gravi tensioni politiche, si è concluso domenica 17 giugno il secondo turno delle elezioni presidenziali in Egitto. Tensioni politiche che hanno raggiunto i massimi livelli nei giorni precedenti le elezioni e che hanno gettato ombre più che inquietanti su una possibile fase di transizione democratica nel Paese.

Putin e l’Europa

Si è svolto a San Pietroburgo il 4 giugno scorso il primo Vertice Unione Europea-Russia dopo il ritorno alla Presidenza russa di Vladimir Putin. Un Vertice passato quasi inosservato, a giudicare dal rilievo dato dalla stampa, ma che prevedeva all'ordine del giorno importanti questioni politiche ed economiche.

Elezioni presidenziali in Egitto tra passato e futuro

Dopo le elezioni legislative dello scorso gennaio, l’Egitto è tornato alle urne, il 23 e 24 maggio scorsi, per eleggere il suo Presidente. Un’elezione attesa e considerata di portata storica dopo la deposizione di Hosni Mubarak nel febbraio 2011. Storica perché, sulla scia della Primavera araba e per la prima volta, queste elezioni si sarebbero svolte all’insegna della libertà, della trasparenza e della democrazia.

La Serbia alle elezioni, tra crisi e Europa

Contrariamente alle previsioni che davano quasi per scontata la riconferma per un terzo mandato a Boris Tadic, rappresentante del partito democratico, la maggioranza degli elettori serbi ha invece deciso di portare alla Presidenza Tomislav Nikolic del Partito progressista serbo. Un risultato complesso e carico di significati se si considera che per la prima volta il Paese è andato a votare sulla base di nuove prospettive politiche e non sotto la pressione di vecchi o più recenti traumi che hanno segnato la sua storia degli ultimi venti anni.

Elezioni anche a sud del Mediterraneo

Questo mese di maggio non è solo momento di elezioni in Europa, ma lo è anche sulle sponde meridionali del Mediterraneo, sempre percorse dalle turbolenze della Primavera araba.

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