Su iniziativa del Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz si è tenuto a Marsiglia il 7 aprile scorso il primo Vertice dei Parlamenti dei Paesi parte dell’Unione per il Mediterraneo (UPM).
Un’iniziativa volta a rilanciare il dialogo e la cooperazione fra i 44 Paesi aderenti all’Unione, nata a Parigi nel 2008 e rimasta per lungo tempo senza un concreto seguito politico.
Nel frattempo molti i cambiamenti intervenuti a Nord e a Sud del Mediterraneo: a Nord una profonda crisi economica e sociale, a Sud vere e proprie rivoluzioni politiche tuttora in fase di incerte transizioni. Ed è su questi cambiamenti e sulle rispettive prospettive che si sono incrociati i dibattiti a Marsiglia, cogliendo, per la prima volta, la necessità di coinvolgere nelle discussioni i maggiori protagonisti di oggi e di domani: la società civile e i Parlamenti.
Le preoccupazioni espresse nella Dichiarazione comune adottata dai Presidenti dei Parlamenti hanno infatti messo in grande evidenza le sfide di tali cambiamenti. Al riguardo si legge: “Pensiamo che democrazie rappresentative con Parlamenti forti siano la migliore garanzia per rispondere alle sfide politiche ed economiche ed evitare una frattura fra dirigenti e cittadini; invitiamo quindi i Parlamenti nazionali dell’Unione Europea e il Parlamento europeo a fornire un sostegno prioritario ai Parlamenti nei Paesi in transizione al fine di consolidare le basi di un parlamentarismo attivo ed efficiente a Sud e ad Est del Mediterraneo”.
Ma le preoccupazioni sono andate anche oltre e si sono spinte fino all’instabilità e all’insicurezza che attraversano la regione del Sahel, dove è tuttora in corso una ben poco visibile guerra in Mali contro il terrorismo.
I 44 Presidenti, nel ribadire che alla base della cooperazione dovranno essere presenti il rispetto dei diritti fondamentali e la parità fra donne e uomini, hanno individuato nelle infrastrutture, nell’istruzione, nella formazione, nella ricerca e nell’imprenditoria femminile i principali settori di sviluppo e di sostegno da parte dell’Unione Europea. Un sostegno che deve andare oltre i rapporti bilaterali con ciascun Paese per produrre, anche a Sud, spazi di libera circolazione e partenariati al fine di rafforzare la coesione e la cooperazione regionale, ulteriore garanzia di stabilità.
C’è da augurarsi che il Vertice di Marsiglia non rimanga, come quello dei Capi di Stato e di Governo del 2008 a Parigi, un avvenimento isolato. L’iniziativa dei Parlamenti ha aperto la strada ad un dialogo più che necessario fra le due sponde del Mediterraneo, dove l’Europa ha la possibilità di essere presente come attore non solo economico ma soprattutto come portatore di una ormai lunga tradizione di pace e di diritti.
Certo i tempi sono difficili, la crisi continua a mordere e a produrre povertà e disoccupazione, la solidarietà sta diventando un bene raro, ma questa è un’opportunità ed un’esigenza politica che l’Europa non può perdere, col rischio di rinchiudersi in se stessa, mentre il mondo si muove alle sue frontiere.
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