Appello di Napolitano all’unità   europea

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L’Europa deve essere determinata a contrastare i rischi di speculazione sull’euro, questo l’appello che il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano ha lanciato ai presidenti del Gruppo degli Otto “Uniti per l’Europa”.
«Dinanzi alle tensioni in atto nei mercati finanziari si esprima pubblicamente piena fiducia nell’euro, insieme con una rinnovata adesione ai principi di coesione e solidarietà   che reggono l’Unione Europea, e con una chiara comune determinazione a contrastare contagiose speculazioni contro la moneta unica frustrando ogni tentativo di provocare un “default” di Stati sovrani dell’eurozona» ha scritto Napolitano in un messaggio inviato ai presidenti di Austria, Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo e Ungheria. Secondo il presidente italiano, la conseguenza peggiore della crisi in corso consiste infatti «nell’indebolimento dell’euro, del metodo comunitario e della solidarietà   dentro l’Unione Europea». Pur nell’estrema difficoltà   di stilare una graduatoria tra le conseguenze negative della crisi in corso da due anni e dalla quale si fatica ad uscire, Napolitano ha aggiunto: «Se una graduatoria fosse possibile, io direi che la peggiore di queste conseguenze è che oggi sono messi in forse valori e principi fondamentali del processo di integrazione europea».
àˆ soprattutto il venir meno della solidarietà   a preoccupare il presidente della Repubblica italiana: «La solidarietà   che unisce, la solidarietà   senza la quale nessuno dei nostri Paesi potrà   salvaguardare le sue conquiste insieme a quelle dell’Unione Europea nel suo complesso». Secondo Napolitano, non è sufficiente «ripetere delle frasi fatte o limitarci ad una riaffermazione di ideali, di valori: dobbiamo vedere quali sono le prove a cui è sottoposto il metodo comunitario, a cui è sottoposta la moneta unica, a cui è sottoposta la solidarietà  . Sentiamo tutta la responsabilità   di reagire a questi rischi e di dare delle risposte positive alle sfide che sono davanti a noi».
Inoltre, ha osservato il presidente italiano, è necessario affrontare il tema del modo in cui si sono sviluppate le nostre economie e le nostre società   negli ultimi decenni: «Perchà© non penso che noi possiamo illuderci di salvaguardare le conquiste che abbiamo realizzato soltanto ripetendo le strade del passato, e perchà© il contesto mondiale così radicalmente modificato non ci permetterà   di farlo, ma ci chiede di ripensare, anche profondamente, se vogliamo usare questa espressione forse un po’ desueta, il nostro modello di sviluppo».

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