Europa, frontiere di pace, di sicurezza e di democrazia

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In un momento in cui le frontiere riprendono attualità e riemergono non solo come riferimento in inquietanti orientamenti politici ma anche in quanto vere e proprie barriere contro ipotetici “nemici”, vale la pena ricordare qui i confini di pace, di sicurezza e di democrazia che l’Europa, in senso lato, ha disegnato intorno a sé a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, durante la guerra fredda e, più recentemente, dalla caduta del Muro di Berlino.

L’avvenimento di attualità che invita alla riflessione in merito è costituito dalle importanti esercitazioni militari previste dalla Russia nei prossimi giorni agli immediati confini dell’Unione europea e ai confini orientali della NATO, nella Russia Occidentale, in Bielorussia, nel Mar Baltico e nell’enclave russa di Kaliningrad. Si tratta di esercitazioni programmate da tempo ma che inquietano non poco i Paesi Baltici e la stessa NATO sulla nuova dimostrazione di forza russa nei confronti dell’Occidente.

I primi confini europei in tema di sicurezza, nascono dopo la seconda guerra mondiale nel 1949 con la NATO, l’Alleanza Atlantica, la quale, con l’obiettivo di assicurare pace e sicurezza, guarda innanzitutto da Ovest a quello spazio sovietico che si estende ad Est, oltre la cortina di ferro, e che rappresenta la grande minaccia per l’Europa intera. La caduta del Muro di Berlino, il crollo dell’Unione Sovietica, la precipitosa adesione alla NATO di molti Paesi appartenenti all’ex Patto di Varsavia, cambiano e allargano i confini dell’Alleanza e lasciano intravedere, per un certo periodo di tempo, la possibilità di un nuovo dialogo e di nuovi ponti con la Federazione russa. Ma era un’opportunità che né l’Europa, né la Federazione russa, per ragioni politiche hanno saputo finora cogliere. Hanno fatto ostacolo la memoria storica, la reciproca diffidenza e, per quanto riguarda la Russia, la ricostruzione di un suo ruolo su una scena internazionale in grande movimento.

Quella frontiera di sicurezza tra Est e Ovest, ridisegnata e carica di nuove sensibilità geostrategiche, esiste ancora, suscitando legittime inquietudini simili a quelle vissute durante la guerra fredda. La crisi ucraina e le tensioni che essa ha provocato fra la Russia e la NATO hanno riportato d’attualità la riflessione sullo spostamento dei confini della NATO verso Est e dei suoi limiti politici e geografici.

Insieme a questi confini che si sono via via disegnati per proteggere i Paesi europei con l’importante partecipazione degli Stati Uniti, sempre nel 1949 nasce una prima ed inedita Istituzione internazionale, ispirata già all’”idea di Europa”: il Consiglio d’Europa. Dieci i primi Paesi fondatori, essenzialmente quelli che poi si sarebbero uniti per dar vita all’Unione Euorpea e che avevano come obiettivo quello di creare uno spazio che garantisse il rispetto dei diritti dell’uomo, della democrazia parlamentare e dello Stato di diritto. Uno spazio anche di pace che si è costantemente allargato con il passare degli anni e dei cambiamenti politici avvenuti dalla fine della seconda guerra mondiale.

Oggi il Consiglio d’Europa, affiancato dalla Corte europea dei Diritti dell’uomo, ha acquisito una dimensione paneuropea che comprende 47 Stati membri. Tutti i Paesi membri della NATO, salvo Stati Uniti e Canada, fanno parte del Consiglio d’Europa, quasi ad indicare che le frontiere della difesa e della sicurezza in Europa si inseriscono in un quadro ben più vasto di difesa della democrazia e del rispetto dei diritti dell’uomo. In questo contesto appaiono tuttavia più evidenti le contraddizioni politiche di alcuni Paesi, come ad esempio l’appartenenza della Turchia sia alla NATO che al Consiglio d’Europa, o l’appartenenza della Russia al Consiglio d’Europa in uno scenario di aperta tensione con la NATO.

Ed infine, in una cerchia più ristretta, all’interno delle frontiere della NATO e del Consiglio d’Europa, si è sviluppata, a partire dal 1951, l’attuale configurazione dell’Unione Europea. Uno spazio politicamente e giuridicamente più vincolante che comprende 28 Stati membri, chiamato oggi in prima linea a garantire un effettivo futuro di pace, di solidarietà, di accoglienza e di benessere economico e sociale. Ed è all’interno di queste più ristrette frontiere che si gioca, attraverso la volontà politica dei suoi Stati membri, il futuro di tutto il continente europeo.

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