Sindacati critici su contenuti della nuova direttiva sui CAE

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La proposta di revisione della direttiva sui Comitati Aziendali Europei (CAE), presentata il 2 luglio scorso dalla Commissione europea, è sotto osservazione da parte dei sindacati europei che chiedono miglioramenti per il diritto di informazione e consultazione dei lavoratori delle imprese transnazionali.
Con la creazione del mercato unico europeo e il progressivo allargamento dell’Unione, molte imprese multinazionali hanno iniziato a operare su basi territoriali sempre più ampie assumendo una dimensione europea. Ciಠha comportato che aspetti fondamentali delle condizioni di vita e di lavoro siano decise in modo crescente da direzioni aziendali situate al di fuori dei Paesi in cui sono impiegati i lavoratori. Così, nel 1994 l’UE ha adottato una direttiva (n. 45/94) che obbliga tutti i governi degli Stati membri a introdurre leggi nazionali che riconoscano ai lavoratori il diritto di formare dei Comitati Aziendali Europei (CAE) all’interno delle imprese multinazionali. In quattordici anni, perà², il numero dei CAE è passato da 40 a 840 coinvolgendo oltre 14 milioni di lavoratori europei, mentre i mercati globalizzati hanno causato un aumento considerevole delle ristrutturazioni e delle delocalizzazioni aziendali, con conseguenze rilevanti sui lavoratori che spesso vengono a conoscenza di tali trasformazioni solo a cose fatte. Data la dimensione del fenomeno, secondo i sindacati europei non è più pensabile ricorrere ad accordi su base volontaria ma è invece necessario l’intervento del legislatore europeo e di un conseguente aggiornamento della direttiva. Cosa richiesta con insistenza negli ultimi anni e avvenuta il 2 luglio scorso con la pubblicazione da parte della Commissione della proposta di revisione delle direttiva, che passa ora all’esame del Parlamento europeo.
Secondo le intenzioni espresse dalla Commissione, la proposta di revisione legislativa mira a: promuovere l’informazione e consultazione dei lavoratori; definire le competenze dei CAE e collegare i livelli nazionali ed europei dell’informazione e consultazione; adattare le norme alternative (di riserva), che sono usate come riferimento nella definizione dei negoziati, adattando le regole a livello aziendale; migliorare la formazione dei rappresentanti dei lavoratori, introducendo il dovere di riportarne gli elementi essenziali ai lavoratori e riconoscendo il ruolo delle organizzazioni sindacali; adattare i CAE nel caso di cambiamenti significativi nella struttura delle aziende; semplificare la legislazione raccogliendo in un’unica direttiva rivista tre differenti direttive (94/45/EC, 97/74/EC e 2006/109/EC). La revisione non introduce un approccio unico ma continuerà   a dare priorità   agli accordi intrapresi a livello aziendale e non sarà   necessario rinegoziare gli accordi esistenti sui CAE, comunque, sottolinea la Commissione: dove non esistono regole che fronteggino i cambiamenti nelle strutture aziendali, ad esempio nei casi di fusioni e incorporazioni, le nuove norme provvederanno a adattare i meccanismi; i livelli nazionale ed europeo del dialogo saranno collegati da chiari e coerenti elementi di informazione e consultazione; i lavoratori avranno accesso alla formazione dove attualmente ciಠnon avviene.
Pur apprezzando il fatto che la Commissione ha elaborato la sua proposta di revisione della direttiva in tempo utile per l’adozione europarlamentare entro l’anno (o comunque prima delle elezioni europee della prossima primavera), cosa che non era scontata date le pressioni in senso contrario dell’organizzazione degli imprenditori europei secondo cui non è necessaria una nuova direttiva e soprattutto non devono essere introdotti nuovi vincoli alla libertà   d’azione delle imprese nell’UE, la Confederazione Europea dei Sindacati (CES) critica parte dei contenuti della proposta e annuncia una forte azione di pressione affinchà© la discussione della direttiva in sede europarlamentare introduca miglioramenti significativi per i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori.
La CES non ha ancora diramato comunicati ufficiali di commento ai contenuti della proposta di direttiva, ma dai lavori in corso all’interno del sindacato europeo emergono varie osservazioni, critiche e richieste di emendamenti. Ad esempio, tra gli obiettivi della direttiva la competenza «transnazionale» dei CAE è «troppo ambigua» secondo la CES e puಠledere il diritto di informazione e consultazione dei lavoratori. Sono inoltre chiesti chiarimenti sulla definizione, sulle responsabilità   e sulle competenze dei CAE e miglioramenti nelle norme che riguardano la periodicità   degli incontri di negoziazione e la pubblicizzazione delle istanze e dei contenuti dei negoziati. Secondo la CES devono poi essere rafforzati il ruolo e la protezione dei rappresentanti dei lavoratori nei CAE, così come il diritto alla formazione.

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