Presentato il secondo rapporto europeo sui giovani

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Il 15 settembre 2015 è stato presentato il secondo Rapporto europeo sui giovani che valuta la loro situazione sul territorio dell’Unione, nonchè le politiche a loro destinate nel triennio 2013-2015.

Questo Rapporto consta di tre parti: la prima corrisponde alla comunicazione che la Commissione ha indirizzato alle altre Istituzioni dell’Unione, con la quale ha stabilito obiettivi raggiunti e da raggiungere, oltre alle priorità del nuovo triennio 2015-2018. Ma non solo: con essa è stata sottolineata la necessità e l’importanza di provvedere a incentivare politiche per i giovani, sia perchè essi sono il potenziale futuro dell’Unione, sia perchè politiche attive indirizzate ai giovani scongiurano rischi sociali come la marginalizzazione e il disinserimento.

La seconda, realizzata – come la terza – da uno specifico gruppo di lavoro, è dedicata all’analisi della situazione dei giovani tenendo conto di variabili come la demografia, l’educazione, l’occupazione, l’inclusione sociale, la salute e la partecipazione in vari campi della società. Dal 2013, gli effetti della crisi hanno continuato a ripercuotersi in modo pesante sulla gioventù europea: le difficoltà nel passaggio dallo studio al lavoro e nell’ottenimento dell’indipendenza economica hanno influenzato in modo negativo la transizione all’età adulta di circa 90 milioni di giovani europei, esposti così a condizioni economiche, sociali e ambientali fluttuanti. Nonostante il miglioramento nei livelli di istruzione superiore (dal 33,8% del 2010 al 37,9% del 2014) e i livelli più contenuti di disoccupazione dei laureati rispetto ai non laureati, i giovani europei riscontrano difficoltà nel trovare lavori di qualità e, di conseguenza, nell’ottenere la propria autonomia economica. La disoccupazione resta alta nei Paesi membri UE: circa 8,7 milioni di giovani che non trovano lavoro, mentre ben 13,7 milioni i NEET, non impegnati nello studio o nel lavoro. In totale, 27 milioni di persone tra i 15 e i 29 anni sono a rischio di povertà ed esclusione sociale.

Lla terza parte del Rapporto illustra le politiche rivolte ai giovani e i relativi progressi, resi possibili grazie a una collaborazione a livello europeo e nazionale; si deve tuttavia ricordare come sia necessario individuare politiche più efficaci e sostenibili per combattere la disoccupaizone e l’esclusione sociale giovanile, anche nell’ottica di prevenire radicalizzazioni violente tra i giovani europei.

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