Dibattito su riforme strutturali e quantative easing al Parlamento Europeo

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Le riforme strutturali ed il recente piano di quantative easing sono al centro della discussione europea da qualche tempo a questa parte e anche il Parlamento di Strasburgo si sta occupando di governance economica. Il pensiero delle diverse forze politiche in materia non è spesso del tutto chiaro e completo, ed è per questo motivo che un recente dibattito tra Pervenche Berès, francese esponente del Partito Socialista Europeo, e Olli Rehn, finlandese già Commissario Europeo per gli Affari Economici tra il 2010 e il 2014, può essere utile ad esplicare le rispettive posizioni.

Entrambi i membri del Parlamento Europeo sostengono che le riforme strutturali e gli investimenti aiuteranno l’economia a ripartire. «L’area Euro e l’Unione Europea devono adottare un’altra politica fiscale, che faccia aumentare gli investimenti, la crescita sostenibile e riforme strutturali capaci di creare posti di lavoro» sostiene la Berès. «Il consolidamento delle finanze pubbliche nel medio termine dev’essere accompagnato da riforme strutturali e investimenti mirati per sorreggere una crescita sostenibile e l’occupazione» ha commentato Rehn.

Pervenche Berès accoglie con favore il quantative easing della Banca Centrale Europea e sostiene, però, che «non possa essere l’unico strumento per far ripartire l’economia europea. Il quadro della politica economica europea dovrebbe essere accompagnato da un dibattito più approfondito». Olli Rehn afferma che «nel breve periodo, il quantative easing della Banca Centrale Europea, insieme alla riduzione del prezzo del petrolio e ad un’economia statunitense più forte, migliora le prospettive di crescita dell’Europa. Nel lungo periodo, però, ciò richiede che tutti i giocatori svolgano il loro ruolo. Si sta parlando di trasmettere lo stimolo monetario all’economia reale, alle industrie ed alle famiglie».

I due Parlamentari hanno anche commentato le recenti elezioni greche, in seguito alle quali il neo-nominato Governo ha chiesto un nuovo approccio al problema del debito pubblico del Paese. Berès ha detto che la vittoria di Syriza «manda un forte segnale politico in merito alla volontà dei cittadini europei di terminare un periodo di decisioni prese seguendo processi antidemocratici – in una parola, la cosiddetta Troika». «Siamo ad un punto di svolta nell’economia greca che potrà portare alla crescita ed alla creazione di nuovi posti di lavoro solo attraverso solide riforme» ha aggiunto Rehn.

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