Consiglio d’Europa: limitare la detenzione dei migranti

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Il Consiglio d’Europa ha fissato alcuni principi guida sulla legittimità   della detenzione di migranti irregolari e richiedenti asilo e proposto una serie di standard che definiscono le norme minime da garantire all’interno dei Centri di permanenza temporanea.
Il trattenimento dei richiedenti asilo e dei migranti in situazione irregolare ha registrato una forte crescita negli ultimi anni in Europa, per questo l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha discusso e votato un Rapporto presentato dalla commissione Migrazione, Rifugiati e Popolazione dell’organismo europeo. Si constata il fatto che negli Stati membri del Consiglio d’Europa il quadro legale relativo alla detenzione «amministrativa» (cioè legata alle norme su ingresso e soggiorno in un Paese e non alla commissione di reati) è «frequentemente male interpretato» e, inoltre, l’utilizzo automatico della detenzione comporta «l’aumento di una lunga lista di seri problemi», soprattutto perchà© la detenzione è «troppo frequentemente» usata come prima istanza e non come ultima, quale dovrebbe essere, mentre le alternative alla detenzione sono troppo spesso ignorate. Così, i migranti e i richiedenti asilo detenuti senza aver commesso alcun reato si trovano spesso in condizioni di detenzione peggiori di coloro che si trovano in carcere, sottolinea il Consiglio d’Europa.
Questo tipo di trattenimento e detenzione, invece, dovrebbe essere limitato da quanto previsto dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani (art. 5.1), cioè utilizzato solo come soluzione estrema quando le altre possibilità   di controllo siano state verificate essere insufficienti.
Il Rapporto approvato dall’Assemblea del Consiglio d’Europa indica quindi 10 principi guida sulla legalità   della detenzione di migranti irregolari e richiedenti asilo e 15 norme che indicano gli standard minimi delle condizioni di detenzione nei Centri per migranti e richiedenti asilo, regole minime che dovrebbero essere garantite da tutti gli Stati membri e diventare a tutti gli effetti norme europee. Infine il Rapporto esamina le principali modalità   alternative alla detenzione che possono essere utilizzate ma nella maggior parte dei casi non lo sono, invitando gli Stati membri a farne uso preferendole alla detenzione.

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