Scuola: pochi incentivi per la qualità   dell’insegnamento

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Un nuovo Rapporto pubblicato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) evidenzia che il lavoro degli insegnanti è ostacolato dalla mancanza di incentivi e dal comportamento degli allievi in classe.
Intitolato Creating effective teaching and learning environments («Creare contesti di insegnamento e di apprendimento efficaci»), il Rapporto si basa sull’Indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento (TALIS) e fornisce per la prima volta dati comparabili su scala internazionale relativi alle condizioni in cui si trovano ad operare gli insegnanti nelle scuole di 23 Paesi.
In Australia, Belgio (Fiandre), Danimarca, Irlanda e Norvegia, ad esempio, oltre il 90% degli insegnanti afferma di non attendersi alcuna ricompensa se migliora la qualità   del proprio lavoro, mentre va appena meglio in Bulgaria e Polonia dove il problema è segnalato dalla metà   degli insegnanti, ma in generale quasi tre insegnanti su tre evidenziano questo come un problema che condiziona la qualità   del lavoro. Oltre alla mancanza di incentivi, in molti Paesi gli insegnanti denunciano la mancanza di valutazioni sistematiche e scarsi feedback in relazione al loro operato: ciಠvale per più del 25% degli insegnanti in Irlanda e in Portogallo, il 45% in Spagna e il 55% in Italia.
In Estonia, Italia, Slovacchia e Spagna, poi, oltre il 70% degli insegnanti delle scuole secondarie inferiori afferma che la cattiva condotta degli allievi in classe impedisce «in una certa misura» o «molto» il processo di insegnamento. Mediamente, il 38% degli insegnanti coinvolti nell’indagine lavora in scuole che risentono di una carenza di personale qualificato, mentre circa il 13% del tempo trascorso in classe è impiegato a mantenere la disciplina. Altri fattori segnalati come ostacoli al processo educativo riguardano l’assenteismo degli studenti (46%), il ritardo dell’arrivo inclasse (39%), il linguaggio osceno e le bestemmie (37%) nonchà© l’intimidazione o gli insulti verbali all’indirizzo di altri studenti (35%).
Per quanto riguarda l’Italia, il Rapporto rileva che i docenti italiani sono i più soddisfatti del proprio lavoro e ritengono di svolgerlo in modo efficace anche con classi difficili, mentre l’Italia ha il corpo docente più anziano: il 52% over50 e solo il 3% under30.
«Nell’UE si stima vi siano 6.250.000 insegnanti che hanno bisogno di tutto l’aiuto che le autorità   educative possono dar loro per riuscire a impartire il giusto tipo di insegnamento nei nostri contesti scolastici in rapida evoluzione» osserva il commissario europeo responsabile per Istruzione, Formazione, Cultura e Gioventù, Jà ¡n Figel’, secondo il quale «ciಠrichiede determinazione e impegno da parte dei decisori politici a sostegno dei nostri insegnanti, non solo per quanto concerne la loro formazione ma anche il miglioramento delle loro condizioni di lavoro».

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