Adriana Longoni
Inquietante Egitto
Sotto choc per l’assassinio del giovane Giulio Regeni, l’attenzione dell’opinione pubblica, italiana in particolare, è inevitabilmente portata ad interrogarsi su cosa stia succedendo in Egitto e a guardare in faccia la dura realtà politica della dittatura del Generale Abdel Fattah al-Sisi. Una realtà che Giulio Regeni ha cercato di capire, di analizzare, di raccontare e di denunciare e che, forse, proprio per questo, è stato ridotto brutalmente al silenzio.
Libia: guerra si, guerra no
È da molti mesi a questa parte che in Occidente si discute di un nuovo intervento militare in Libia, dopo quello effettuato nel 2011 che portò alla caduta del Governo e del Colonnello Gheddafi. Sono trascorsi cinque anni da quella caduta e la situazione del Paese continua a precipitare in un caos politico e istituzionale sempre più complesso e insanabile, fatto di divisioni tribali e geografiche che frenano la concretizzazione e l’avvio del Governo di unità nazionale e dimostrando poca sensibilità per le grandi sfide che il Paese rappresenta e deve affrontare.
Inquietanti turbolenze anche ai confini orientali dell’Europa
Ormai da molti mesi l’attualità ci ha abituato a concentrare l’attenzione sui confini meridionali dell’Europa, su quel Medio Oriente sconvolto dalle guerre, dal fondamentalismo...
Alta tensione fra Iran e Arabia Saudita
Per coloro che speravano, per il 2016, in un qualche spiraglio di luce che attenuasse le forti turbolenze e i venti di guerra che soffiano da anni sul Medio oriente, l’esecuzione di 47 persone, considerate “terroristi” da parte dell’Arabia Saudita ha spazzato via, con violenza, quelle tenui speranze.
Lettera a Putin
Gentile Presidente Vladimir Vladimirovitch,
Da cittadina europea, Le scrivo questa lettera per presentarLe, oltre agli auguri di un Buon Anno 2016, alcune domande sul futuro...
Turbolenze ai confini dell’Europa nel 2015
Anche il 2015 si avvia ad essere ormai “passato”, lasciando in eredità un futuro più che mai incerto ed inquietante sul versante della pace...
La Turchia e il “dialogo” con l’Europa
Forte del risultato delle elezioni di novembre che hanno dato una maggioranza quasi assoluta al partito del Presidente Erdogan, l’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo), il Primo Ministro Davutoglu ha partecipato al Vertice UE-Turchia che si è tenuto il 29 novembre a Bruxelles. Un Vertice convocato dal Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk con l’obiettivo, da una parte, di gettare le basi di una cooperazione per il contenimento e la gestione dei flussi migratori e, dall’altra, per ridare vita al processo di negoziato per l’adesione della Turchia all’Unione Europea.
Di nuovo sangue a Parigi
Venerdì 13 novembre, Parigi è stata di nuovo colpita dalla cieca ferocia del terrorismo. Ad oggi 129 le vittime, 300 i feriti di cui un centinaio gravi, sette i punti d’attacco con armi e kamikaze che si sono fatti esplodere per provocare la strage. Certo non ci sono parole adatte per esprimere, sul filo di una forte emozione, l’orrore per quello che è successo né esistono parole per spiegare razionalmente le motivazioni che hanno spinto gli autori a compiere una tale carneficina. La maggior parte dei quotidiani di molti Paesi, non solo europei, non hanno esitato a scrivere nei loro titoli la parola “guerra” a lettere cubitali
Sinai, nuova frontiera del terrorismo?
È in quella penisola semi desertica, carica di storia antica e moderna situata all’Est dell’Egitto e schiacciata fra il Canale di Suez ad Ovest e Israele e la Striscia di Gaza ad Est, che il 31 ottobre scorso un aereo russo è precipitato con più di 200 persone a bordo. L’ipotesi che si fa sempre più strada ma che stenta comprensibilmente a confermarsi è quella di un attentato terroristico e dell’esplosione di una bomba a bordo ad opera dei militanti islamici della “Provincia del Sinai”, affiliati ai jihadisti dello Stato islamico.
Aung San Suu Kyi ha vinto le elezioni in Birmania
Dopo anni di dittatura militare, la Birmania ha tenuto ieri le sue prime elezioni libere da 25 anni a questa parte. Ha vinto con circa il 70% dei voti la Lega nazionale per la democrazia, il Partito di Aung San Suu Kyi. I militari, per ora, hanno ammesso la loro sconfitta elettorale, anche se la storia del Paese e dei suoi cittadini invita ancora alla prudenza.
Turchia: il voto dell’inquietudine
C'era grande attesa per i risultati delle elezioni del 1° novembre scorso, e non solo in Turchia. Richiamati alle urne dopo solo cinque mesi, i cittadini turchi che si erano in un primo momento espressi in modo tale da ridurre il peso della maggioranza assoluta di cui godeva il partito del Presidente Erdogan, l’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo, di orientamento islamico-conservatore) sono tornati sui loro passi, riconfermando una fiducia ininterrotta dal 2002.
L’impossibile pace israelo-palestinese
ra il 30 settembre scorso quando, alla sede delle Nazioni Unite a New York, è stata innalzata per la prima volta la bandiera palestinese. La Palestina era entrata all’ONU in quanto membro osservatore nel 2012 e, all’inizio del 2015, alla Corte Internazionale dei diritti dell’uomo.
Turchia e Medio Oriente
Le recenti turbolenze politiche della Turchia, la serie di attentati che hanno fatto più di un centinaio di vittime, l’ambigua e tardiva partecipazione alla lotta contro il sedicente Stato islamico hanno riportato sotto i riflettori dell’attualità tutti gli interrogativi sul ruolo che tale Paese sta avendo nel contesto del Medio Oriente.
Fuochi incrociati sul Medio Oriente
Con gli attacchi aerei russi in Siria, iniziati una settimana fa, gli scenari politici stanno rapidamente e pericolosamente cambiando, mettendo in ulteriore evidenza quanto il Medio Oriente sia ormai diventato un teatro di guerra dai molteplici e intricati interessi a livello regionale e internazionale.
Guerra e pace con Bachar al-Assad
Più di quattro anni di guerra, circa 250 mila vittime e 4 milioni di persone fuggite dal Paese sono i numeri impressionanti della guerra in Siria iniziata nel marzo 2011.
Le guerre in Siria
Sono più di quattro anni che la guerra siriana, nella sua costante e tragica evoluzione, contribuisce a sconvolgere gli equilibri geopolitici, geografici, economici e soprattutto umani del Medio Oriente.
La grande faglia dell’Europa
Sono trascorsi solo alcuni giorni fra il discorso sull’Unione, pronunciato da Jean-Claude Juncker davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo, e la riunione dei ministri degli Interni tenutasi a Bruxelles lo scorso lunedì 14 settembre. Solo pochi giorni che hanno rimesso in evidenza la profonda spaccatura creatasi non solo fra gli Stati membri dell’Unione ma anche fra questi, la Commissione e il Parlamento europeo.
Le migrazioni cambieranno l’Europa
Stanno per concludersi le rituali vacanze estive, un periodo di riposo e di svaghi che sembra mettere in sospeso o fra parentesi il quotidiano incalzare dell’attualità politica nel nostro Paese, in Europa e nel mondo. Eppure, in questo periodo di normale e generale distrazione, l’attualità non si è concessa pause e ha continuato a tessere le sue inquietanti tele.
I numeri della solidarietà
Non è stato certo un appuntamento di rilevante importanza politica per il futuro quello che si sono dati i 28 Paesi dell’Unione Europea il 20 luglio scorso per decidere la spartizione di circa 40.000 richiedenti asilo e il reinsediamento di altri 20.000 rifugiati in altri Paesi terzi. Si trattava infatti di rispondere alle proposte formulate dalla Commissione Europea nel maggio scorso, dopo l’ennesima tragedia di profughi, consumatasi nel Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste dell’Italia e della Grecia.
Accordo con l’Iran: una speranza di pace
Sono stati prolungati di oltre due settimane i negoziati per raggiungere un accordo sul nucleare iraniano. Definito da gran parte della comunità internazionale come "storico ", l'accordo concluso a Vienna fra Iran e il Gruppo dei Cinque + uno (Stati uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna + Germania) è senz'altro destinato ad aprire un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali.