Al vaglio dell’UE le nuove norme italiane

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Il «pacchetto sicurezza», adottato dal Senato italiano il 2 luglio scorso, sarà   esaminato dalla Commissione Europea per verificarne la compatibilità   con la normativa dell’UE, perchà© potrebbe violare il diritto alla libera circolazione dei cittadini comunitari.
àˆ quanto ha annunciato il vicepresidente dell’esecutivo europeo, responsabile per Libertà  , Sicurezza e Giustizia, Jacques Barrot, facendo riferimento alle linee guida adottate dall’UE per facilitare l’applicazione negli Stati membri della direttiva 38/2004 che garantisce la libertà   di circolazione e di residenza dei cittadini comunitari. «Quando il governo italiano fa votare una legge che prevede di introdurre il reato d’immigrazione illegale e quando questo reato puಠaccompagnarsi ad un’espulsione immediata, allora la legislazione italiana è contro il diritto comunitario» ha dichiarato Barrot nel corso di un’intervista. Questo perchà©, osserva il commissario europeo, anche cittadini comunitari potrebbero facilmente trovarsi in queste condizioni in Italia, ad esempio molti cittadini rumeni e bulgari che non hanno diritto a lavorare legalmente in Italia sulla base delle limitazioni ancora in vigore per i lavoratori dei nuovi Stati membri; oppure cittadini rom, che secondo Barrot sono nel mirino di questo nuovo apparato legislativo.
L’UE «non accetta misure generali» e i controlli «devono essere individuali, determinati e proporzionali» ha sottolineato il vicepresidente della Commissione, che ha poi ricordato come l’esecutivo dell’UE avesse già   espresso al governo italiano l’impossibilità   di applicare ai cittadini comunitari norme che prevedessero un aumento della pena per l’immigrazione in situazione irregolare, così come era stato segnalato che l’espulsione automatica degli stranieri in caso di condanna a oltre due anni di detenzione non sia applicabile ai cittadini comunitari.
L’obiettivo della Commissione è dunque di evitare che l’Italia possa espellere sistematicamente cittadini comunitari, cosa limitata dalla direttiva 38/2004 a precise eccezioni e soggetta ad esame caso per caso per coloro che potrebbero essere oggetto di espulsione. Per quanto concerne invece il reato di clandestinità  , Barrot ha ricordato che si tratta di una scelta di competenza degli Stati membri e dunque «al di fuori della sfera di competenza della Commissione Europea». Così come resta la piena sovranità   nazionale in materia di immigrazione di cittadini provenienti da Paesi terzi, cioè non comunitari, anche se è prevista da anni un’armonizzazione delle politiche migratorie su cui l’attuale presidenza svedese dell’UE intende lavorare concretamente, mentre sarebbe opportuno da parte della Commissione un riscontro delle nuove norme italiane con i principi contenuti nella Carta europea dei diritti fondamentali.

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