L’Europa deve ancora percorrere un lungo tragitto prima di porre fine alla violenza nei confronti delle donne, ha dichiarato a Strasburgo il segretario generale del Consiglio d’Europa, Terry Davis, durante la Conferenza conclusiva della Campagna per la lotta alla violenza contro le donne.
«Il cambiamento dei comportamenti e delle norme culturali discriminanti richiede diversi anni prima che si possano vedere i primi risultati attraverso la diminuzione del tasso di violenza» ha aggiunto Davis, mentre un Rapporto di attività presentato durante la Conferenza sottolinea che, nonostante i progressi compiuti in ambito legale e pratico, i provvedimenti volti a proteggere le donne e a punire i colpevoli delle violenze hanno prodotto pochi risultati e i servizi alle vittime restano «insufficienti».
Rappresentanti dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa – fra i quali numerosi ministri coinvolti nella lotta alla violenza contro le donne – alcuni membri dell’Assemblea parlamentare e del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa hanno preso parte alla Conferenza di Strasburgo insieme a rappresentanti di organizzazioni intergovernative internazionali e di Ong.
I partecipanti hanno esaminato alcune proposte di azioni future al fine di lottare contro questa forma di violazione dei diritti umani, in particolare la necessità di elaborare una nuova Convenzione del Consiglio d’Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne.
In due anni, questa prima Campagna dalla portata paneuropea – che ha potuto avvalersi della partecipazione di governi, membri dell’Assemblea parlamentare, rappresentati di enti locali e regionali – ha posto la violenza di natura sessuale in cima alle priorità politiche. Fra gli obiettivi della Campagna: sensibilizzare i poteri pubblici e la popolazione, esortare gli Stati a adottare misure nazionali di prevenzione e di lotta nei confronti del fenomeno, proteggere le vittime e perseguire gli autori di tali reati.
