Tutti in piedi …Quasi tutti

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“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”

Il Galateo, o come si direbbe oggi il “Bon Ton”, insegna che quando una signora entra in un ambiente chiuso, gli uomini presenti si alzano e si tolgono il cappello … È un segno di attenzione e cortesia

A scuola ci insegnano che l’ingresso in aula  di un professore deve essere salutato alzandosi …. È un segno di riguardo per il sapere e di rispetto dei ruoli.

In famiglia ci insegnano che se su un mezzo pubblico sale una persona che è stata giovane prima di noi, ci si alza e le si cede il posto.

Nella nostra lingua, oggi sempre più esterofila (e chissà cosa direbbe di questo Padre Dante) siamo stati capaci di introdurre un vocabolo anglofono («standing ovation») in sostituzione di una parola italiana («acclamazione»), dimenticando di agirne il significato: approvazione e prima ancora educazione e rispetto.

Tutto questo veniva da pensare osservando quei rappresentanti del popolo italiano (e tocca chiamarli così perché democraticamente eletti) che si sono astenuti nel voto sulla Commissione Segre, che, ostentatamente, non si sono alzati (non vale nemmeno la pena di chiedersi se per mancanza di approvazione, di educazione o di rispetto…) e che in questi giorni stanno pateticamente provando a giustificare la loro scelta.  

Al di là dei commenti politicamente orientati che chiamano in causa i valori fondanti della nostra storia di Paese libero e antifascista e al di là del nostro essere popolo “unito nella diversità” con altri popoli, nel nome della pace, della democrazia e dello Stato di diritto, sarebbe utile sottolineare che nessuna delle persone ostentatamente sedute, e forse nessuno di noi, nato in tempo di pace e lontano dagli orrori del totalitarismo, sarebbe stato capace di sopravvivere all’inferno che oggi Liliana Segre ci racconta e ci ricorda.

Chi poi si permette certe affermazioni e certi atteggiamenti senza incorrere nel rischio del reato di opinione, dovrebbe ricordare anche che se lo può permettere grazie  a persone come Liliana Segre.

Ci penserà la Storia quella che «entra dentro le stanze e le brucia» … quella che «dà torto e dà ragione» a dare torti e ragioni. Speriamo che non ci voglia un (altro) ventennio.

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