La Commissione ha pubblicato il secondo resoconto sulla situazione dello spazio Schengen.
La relazione sullo stato di Schengen del 2023 segna il proseguimento dell’iniziativa della Commissione volta a rafforzare la governance dello spazio Schengen e a garantire risposte europee strutturate, attraverso un esercizio di rendicontazione annuale che presenta lo stato di Schengen, individuando le sfide e le migliori pratiche, nonché i settori prioritari di azione.
Secondo il rapporto, nel 2022 il 65% dei turisti mondiali che hanno viaggiato all’estero è venuto in Europa, rendendo Schengen (nel complesso ben funzionante e solida) l’area più attraente e visitata del mondo. Inoltre, il 1° gennaio 2023, la Croazia è entrata a far parte dell’area Schengen, diventando il primo allargamento da un decennio ad oggi. In più la governance di Schengen si è notevolmente rafforzata grazie a due azioni: nel marzo 2022 è stato creato il Consiglio Schengen (presieduto dal coordinatore Schengen), che riunisce i ministri dello spazio Schengen per garantire una guida strategica e operativa; inoltre, lo scorso marzo, la Commissione ha definito la prima strategia europea di gestione delle frontiere e, nello stesso mese, è entrato in funzione un sistema d’informazione Schengen (SIS) rinnovato. Misure che renderanno possibile una maggiore interoperabilità dei sistemi tecnologici su larga scala nel settore della giustizia e degli affari interni.
Tuttavia, i passi da fare per migliorare lo spazio Schengen sono ancora molti e, in particolare, nella relazione sono state stilate sette priorità: consolidare la governance di Schengen attraverso raccomandazioni mirate per ciascun paese membro; rafforzare ulteriormente le frontiere esterne con il nuovo approccio di gestione integrata delle frontiere; migliorare l’efficacia del sistema di rimpatrio; rafforzare la sicurezza interna dello spazio Schengen per combattere la criminalità organizzata e il traffico di stupefacenti; ricercare e sviluppare un nuovo allargamento Schengen; eliminare gradualmente i controlli alle frontiere interne di lunga durata e sostituirli con misure alternative di cooperazione di polizia; migliorare l’utilizzo degli strumenti della politica dei visti dell’UE per affrontare la migrazione irregolare e i rischi per la sicurezza.
Per saperne di più: il comunicato della Commissione