La Commissione Europea ha presentato la sua Relazione sull’analisi annuale della crescita in cui vengono delineate le priorità annuali.
«L’Europa – si legge nel documento – deve agire in modo coordinato» in funzione delle dieci priorità individuate, incentrate sulla stabilità macroeconomica e sul risanamento di bilancio, sulle riforme strutturali e sulle misure a sostegno della crescita.
Le raccomandazioni contenute nella Relazione saranno sottoposte all’approvazione del Consiglio Europeo e, in seguito a questo passaggio, gli Stati membri dovranno integrarle alle loro politiche e nei bilanci nazionali.
Secondo quanto dichiarato dal presidente della Commissione Europea Manuel Barroso «con l’analisi annuale della crescita si apre una nuova fase dell’integrazione europea» caratterizzata da un «netto miglioramento della gestione e del coordinamento di economie interdipendenti all’interno dell’Unione Europea» che consentirà all’Europa di «tornare ad una crescita economica sostenuta e a livelli di occupazione più elevati».
La Comunicazione della Commissione si inscrive nel solco tracciato con la Strategia Europa 2020 e individua dieci azioni prioritarie.
Vi sono in primo luogo i «prerequisiti fondamentali per la crescita» a cui vanno ascritte misure quali: l’attuazione di un risanamento di bilancio rigoroso, la correzione degli squilibri macroeconomici e la garanzia della stabilità del settore finanziario.
La relazione parla poi di «mobilitare i mercati del lavoro» e «creare opportunità occupazionali»; rientrano in questo ambito le misure finalizzate a: «rendere il lavoro più attraente, riformare i sistemi pensionistici, reinserire i disoccupati nel mondo del lavoro, conciliare sicurezza e flessibilità ».
Infine il terzo ambito definito prioritario è denominato «accelerare la crescita» che viene declinato come:«sfruttare il potenziale del mercato unico, attrarre capitali privati per finanziare la crescita, creare un accesso all’energia che sia efficace in termini di costi».
Questa prima analisi annuale della crescita, che si applicherà all’intera UE, sarà modulata in funzione della situazione specifica di ciascuno Stato membro.