Presidenza italiana: il dibattito in Parlamento

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Il dibattito in plenaria del 2 luglio sul Semestre italiano ha fatto emergere numerosi temi: dal contributo italiano all’Europa attraverso i secoli, fino al posto dell’Europa nel mondo globalizzato. “Se l’Europa si facesse un selfie, sarebbe stanca e rassegnata” ha dichiarato il Premier italiano Matteo Renzi, ricordando che i leader europei dovrebbero agire con convinzione e determinazione per mantenere la leadership europea.

La crisi ha lasciato una ferita profonda e la grande sfida da affrontare ora, secondo Renzi, è quella di riscoprire la sua anima, la sua storia e i suoi valori. Riferendosi al patto di stabilità e crescita, ha detto: “adesso abbiamo la stabilità: ma stiamo chiedendo che la crescita sia un elemento fondamentale della politica europea”.

Tra le molte reazioni vanno segnalate quella del presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, che ha accolto il programma di riforme del Presidente Renzi, impegnandosi a sostenere le azioni della presidenza italiana in tema di crescita, e di cittadinanza e quella del leader del PPE, il tedesco Manfred Weber.

Gianni Pittella (Sinistra e Democrazia), ha chiesto flessibilità nell’applicazione del patto di stabilità e crescita, oltre che maggiore solidarietà rispetto all’immigrazione. “L’Europa è nata come espressione di solidarietà” ha ricordato, invitando tutti a mettere in azione tale solidarietà.

Dal britannico Syed Kamall è venuta una richiesta di negoziati trasparenti sugli accordi commerciali e di “riduzione della dipendenza dai regimi che non condividono i nostri valori, in Medio Oriente come in Russia”.

L’ex candidato alla presidenza della Commissione per il gruppo ALDE, il belga Guy Verhofstadt, ha insistito sull’uso dell’UE come un motore di crescita ampliando il mercato interno dell’energia, del settore digitale, delle telecomunicazioni e dei mercati dei capitali.

Richieste di profondo cambiamento sono venuti, sia pure con accenti diversi sia da sinistra con Barbara Spinelli (Sinistra Unita) che ha chiesto “una revisione completa dell’Unione” e un “new deal europeo”, opponendosi all’accordo di libero scambio UE – USA, sia da destra, con il non iscritto Matteo Salvini che ha criticato il Presidente Renzi per la sua tendenza a “focalizzare l’attenzione sui bisogni umanitari lontani, dimenticando la povertà nell’UE”.

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