Relazione trimestrale su situazione UE: ripresa fragile e diseguale

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Il commissario europeo per l’Occupazione e gli affari sociali Laszlo Andor, ha presentato i dati contenuti nell’ultimo Rapporto trimestrale della Commissione europea affermando che “sono ancora molti coloro che fanno fatica a trovare un lavoro, soprattutto tra i disoccupati di lungo corso”.

Mettendo in evidenza questi due aspetti di difficoltà occupazionale, la Relazione trimestrale mitiga l’ottimismo di coloro che ritengono la crisi “un terribile incubo del passato”.

Gli effetti della crisi sono in realtà chiaramente percepibili ancora oggi sia dal punto di vista sociale che per quanto riguarda il mercato del lavoro: se è vero che si assiste ad un lieve aumento dell’occupazione (soprattutto nel settore dei servizi), è anche vero che “sussistono inquietudini per quello che riguarda la qualità dei posti di lavoro creati, dal momento che i nuovi posti di lavoro sono soprattutto temporanei e a tempo parziale”.

La relazione sottolinea inoltre che la crescita in questione è molto debole e che la disoccupazione resta al di sopra del 10%. Inoltre, per i disoccupati di lungo corso (tra cui ci sono molti giovani adulti, 25-29enni), la situazione non migliora affatto.

Anche in termini reddituali la situazione dell’UE mostra tratti simili: dopo quattro anni di continuo calo, il reddito lordo disponibile delle famiglie ha conosciuto un lieve rialzo nell’ultimo semestre 2013 ma “non c’è nessun segnale di questo aumento tra le famiglie più povere”.

Particolarmente difficile poi la situazione delle donne, con il tasso di disoccupazione femminile che ha cali più contenuti rispetto a quello maschile: “le donne – si legge nella relazione – hanno una maggiore incidenza di sotto – occupazione, indipendentemente dalla loro fascia di età”.

Gli ultimi dati su cui si sofferma la Relazione sono quelli relativi alla mobilità dei lavoratori: è in forte aumento quella dei lavoratori provenienti dal Sud dell’Europa, mentre è in forte calo quella dei lavoratori provenienti da est (-41% in Polonia e -38% in Romania). I Paesi maggiormente attrattivi sono Germania e Regno Unito.

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