La CES scrive ai Parlamentari europei eletti il 25 maggio

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La Segretaria generale della CES Bernadette Sègol, in una lettera inviata agli eurodeputati il 2 luglio scorso, si è congratulata con ciascuno per il risultato elettorale, ma ha anche sottolineato sia il fermo impegno della CES nella difesa del modello sociale europeo e della democrazia, sia il carattere cruciale del momento in cui il nuovo Parlamento inizia i suoi lavori: “l’euro è stato sicuramente salvato – scrive Ségol – ma la crisi è lungi dal terminare, con 25 milioni di disoccupati in Europa e circa sette milioni e mezzo di giovani che non studiano e non lavorano”.

La lettera, riprende inoltre il tema – reso evidente dall’esito elettorale – della distanza tra i cittadini e i lavoratori da un lato e le istituzioni europee dall’altro: “le politiche di austerità degli ultimi cinque anni non sono riuscite a convincere gli elettori”.

A partire da questo assunto e dai pubblicati dall’ultimo rapporto dell’ILO – OIL sulla protezione sociale, la CES avanza le proprie richieste al nuovo Parlamento Europeo. Rilancio della crescita e dell’occupazione attraverso un piano di investimenti pubblici, fine dell’austerità (“bisogna risanare le finanze pubbliche ma non smantellando la protezione sociale”); politica fiscale più equa (che si basa sulla lotta all’evasione e al lavoro nero); tutela dei diritti fondamentali (spesso sacrificati a favore delle libertà economiche, scrive la CES), fine del lavoro precario e dei bassi salari.

Particolare rilievo ha poi il rilancio del dialogo sociale e della contrattazione collettiva. “Entrambi questi strumenti -sostiene la CES – sono essenziali per la vitalità”.

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