Il Fondo Sociale Europeo compie sessant’anni

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Sessant’anni fa veniva istituito il Fondo Sociale Europeo, strumento di investimento in istruzione e inclusione sociale. Fu il primo fondo europeo in ordine di istituzione: nacque con i Trattati di Roma con l’obiettivo di aumentare le opportunità occupazionali e il tenore di vita dei lavoratori. Inizialmente il suo funzionamento era quello di rimborsare ai Paesi membri la metà del costo delle indennità corrisposte per la formazione professionale e il reinserimento dei lavoratori vittime dei processi di ristrutturazione economica. Seppur più mirato e strategico, ancora oggi conserva la natura di cofinanziamento e fra il 2014 ed il 2020 ha conseguito una dotazione complessiva di 124,9 miliardi (di cui 86,4 a carico del bilancio comunitario).

Il funzionamento concreto di tale fondo si fonda sui programmi operativi, ovvero la declinazione a livello locale in base alle specifiche esigenze del territorio degli obiettivi generali stabiliti in sede UE. Generalmente essi si concentrano, però, su un numero limitato di priorità, sovente legate al dramma della disoccupazione giovanile. I risultati ottenuti con il FSE nell’arco di tempo 2014-2020 sono consultabili attraverso la piattaforma Open Data, dalla quale si può osservare quali progetti sono stati finanziati e quali sono già stati attuati.

Durante i 60 anni della sua vita, il FSE ha contribuito attivamente ad incrementare il grado di inclusione sociale all’interno dell’UE. Ad esempio, mediante la collaborazione con la Caritas spagnola, sono state aiutate oltre un milione di persone con iniziative mirate alla ricerca di lavoro, di tirocini o alla creazione di posti di lavoro tramite imprese sociali. In Polonia invece, nella regione di Małopolskie, è stato portato avanti un progetto volto a fornire consulenza giuridica e aziendale e a sostenere  finanziariamente l’avvio di imprese sociali. Ad oggi più di 1 700 persone, 245 organizzazioni dell’economia sociale e 126 partner locali hanno potuto trarne beneficio.

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