Il ritorno trionfale di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti
Eravamo in molti, in Europa, a temere il ritorno di Donald Trump, ma probabilmente in pochi ad immaginare una vittoria così imponente, senza margini di dubbio. Man mano che affioravano i risultati della tanto attesa elezione del 5 novembre scorso, la cartina dell’America diventava sempre più rossa, il colore dei repubblicani.
Unione Europea con vista su Trump e Draghi
Tre eventi importanti, anche se di diversa rilevanza politica, si sono susseguiti nella settimana scorsa: martedì 5 novembre, il clamoroso esito elettorale americano, giovedì e venerdì due Vertici europei, il primo con i leader di una quarantina di Paesi dell’Europa “geografica” e l’altro con i Capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, mentre a Pechino Sergio Mattarella incontrava Xi Jinping, presidente della Repubblica popolare cinese.
Unione Europea all’appuntamento con le elezioni americane
Non si può dire che le elezioni presidenziali americane non fossero attese con ansia da tempo, resta da capire come l’Unione Europea vi si sia preparata e in quali condizioni sia giunta a questo appuntamento.
Unione Europea dopo il voto USA. E adesso?
Il risultato del voto presidenziale americano sembra cogliere incredibilmente di sorpresa l’Unione Europea, che pure Donald Trump avrebbe dovuto imparare a conoscerlo fin dalla sua prima presidenza dal 2017 al 2021, così come dovrebbe aver capito fin dai tempi ormai lontani di Barack Obama che l’Unione Europea era diventata per gli USA un alleato che aveva perso importanza e credito.
Ad Est, un futuro incerto per Georgia e Moldavia
Si sono concluse domenica scorsa le elezioni presidenziali in Moldavia, con la vittoria di Maia Sandu, per un secondo mandato. La vittoria della Presidente vicina all’Europa, con il 54% dei voti, è stata possibile grazie al voto della diaspora moldava, circa 300.000 elettori residenti all’estero e lontani dal loro Paese.
Le future competizioni tra Unione Europea e USA
In attesa che prendano forma, da una parte e dall’altra dell’Atlantico, le politiche sviluppate dopo il voto presidenziale americano, qualche orientamento già può venire dallo stato di salute delle due economie occidentali, in competizione tra loro e con le altre potenze mondiali, la Cina in particolare.
L’Europa di domani nelle parole di due protagonisti politici
E’ un luogo comune diffuso, ma anche poco affidabile, quello che considera tutti uguali i discorsi dei politici. Lo smentisce, tra gli altri, il raffronto tra i discorsi tenuti a Roma il 25 ottobre scorso dalla presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola al suo secondo mandato, e quello pronunciato il 21 aprile 1954 a Parigi, da Alcide De Gasperi, allora Segretario della Democrazia cristiana, dopo essere stato a diverse riprese presidente del Consiglio italiano.
Georgia al voto, in bilico tra Russia e Europa
Si sono svolte il 26 ottobre scorso le elezioni legislative in Georgia, piccolo Paese di 4 milioni di abitanti incastonato nel Caucaso del Sud. Sono state elezioni attese con apprensione dai georgiani e dalla comunità internazionale, cariche di sfide geopolitiche non solo per il Paese, ma anche per i rapporti fra l’Europa e una Russia in piena guerra di aggressione all’Ucraina e determinata a contrastare l’intero Occidente.
Un’altra Europa è possibile. Ma quale?
Per molti anni confortava la speranza che “un altro mondo è possibile”, poi sono arrivate le guerre, l’inarrestabile crisi climatica, l’aumento delle diseguaglianze, il dramma dei flussi migratori e abbiamo ripiegato sulla convinzione che, almeno, “un’altra Europa è possibile”. Adesso il momento è venuto di interrogarci se anche da questo fronte stia diventando probabile una ritirata, “strategica” o “tattica” che sia.
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Moldavia: sul filo della frontiera fra Unione Europea e Russia
Il referendum tenutosi in Moldavia domenica scorsa sull’adesione o meno del Paese all’Unione Europea, ha ottenuto infatti solo il 50,3 % dei Sì, un risultato che contiene tutte le incertezze di un momento politico e geopolitico molto sensibile per la piccola Repubblica, situata a ridosso dell’Ucraina.
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Di regola le sedute parlamentari non riscuotono particolare interesse per i cittadini-elettori i quali, una volta designati i loro rappresentanti col voto, aspettano il prossimo turno elettorale per tornare a prestare attenzione ai loro Parlamenti. Non è una buona notizia per la salute della democrazia, al punto che si finisce per apprezzare anche episodi inattesi che contribuiscono a ridare fiato al dibattito politico.
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Un altro amico importante se ne è andato, per APICE e per me.
Per APICE di cui Emilio seguiva con curiosità ed interesse le attività sulla politica internazionale ed europea, temi per i quali aveva una straordinaria passione e competenza, non solo sul versante sindacale. Non mancava di commentare le prese di posizione di APICE, che condivideva anche se con qualche invito ad avere più speranza nel futuro del mondo.
A un anno dal 7 ottobre 2023, il Medio Oriente sull’orlo del baratro
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