Repubblica di Moldavia 2025: vittoria netta del PAS di Maia Sandu tra pressioni russe e voto della diaspora

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La Repubblica di Moldova ha vissuto una delle elezioni parlamentari più tese degli ultimi anni, svoltesi il 28 settembre in un clima di forti pressioni politiche e accuse di ingerenze russe. Nonostante le tensioni, il verdetto delle urne è stato chiaro: il Partito Azione e Solidarietà (PAS), fondato da Maia Sandu e guidato in Parlamento da Igor Grosu, ha ottenuto la maggioranza assoluta conquistando 55 seggi su 101. Oltre al PAS entreranno in Parlamento altre quattro formazioni: il Blocco Patriottico, di orientamento filo-russo e guidato dall’ex presidente Igor Dodon insieme a Vladimir Voronin e Vasile Tarlev, che si è affermato come principale opposizione con 26 seggi; il Blocco “Alternativa”, una nuova alleanza con radici nell’area comunista e socialista ma oggi dichiaratamente pro-europea, che ha conquistato 8 seggi; il Partidul Nostru dell’ex sindaco di Bălți Renato Usatîi con 6 seggi; e infine il Partito Democrația Acasă di Vasile Costiuc, sostenuto dal leader rumeno dell’AUR George Simion, che ha superato la soglia di sbarramento con un sorprendente 6% grazie soprattutto a una campagna elettorale aggressiva su TikTok. 

Un ruolo decisivo è stato giocato dalla diaspora, che ancora una volta si è mobilitata in massa: in Romania e in diverse capitali europee si sono viste lunghe file ai seggi, e i voti dall’estero hanno consolidato la vittoria filo-europea del PAS. Sul fronte internazionale, gli Stati Uniti hanno inviato subito un messaggio di congratulazioni, ribadendo il sostegno al percorso democratico ed europeo della Moldova, mentre dall’Unione Europea sono arrivati segnali positivi che confermano la fiducia verso Maia Sandu e il suo progetto politico. 

Il PAS guarda ora a un obiettivo ambizioso: portare la Moldova nell’Unione Europea entro il 2028-2030. Ma il cammino resta incerto, perché il Paese continua a vivere una forte spaccatura interna tra la linea filo-occidentale e l’opposizione filo-russa, che promette battaglia in Parlamento. Le elezioni del 2025 hanno quindi sancito una scelta di campo, ma la stabilità di questa direzione dipenderà dalla capacità del nuovo governo di resistere alle pressioni di Mosca e di mantenere compatto l’elettorato sul percorso europeo.

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