Durante la Sessione plenaria del 7 luglio, il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha adottato il suo parere sulla nuova Strategia europea sui Diritti della Disabilità, considerata un significativo passo avanti rispetto alla Convenzione ONU sullo stesso tema. Il CESE raccomanda tuttavia che la Strategia UE venga fortemente legata all’accesso ai fondi europei del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, con l’obiettivo di aiutare le persone con disabilità a riprendersi dalle conseguenze della pandemia, in quanto facenti parte dei gruppi sociali più penalizzati.
Nonostante il Comitato abbia sottolineato l’importanza di questa iniziativa, ha messo in luce alcuni aspetti critici come le prospettive di una sua effettiva realizzazione da parte dei singoli Stati Membri e deplora la mancanza di misure legalmente vincolanti, nonché di adeguate risorse umane e finanziarie. Chiede inoltre che una più stretta collaborazione fra Stati membri e Istituzioni europee avvenga attraverso la ratifica del Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell’ONU (UNCRPD), in modo tale che l’Unione possa richiedere un rispetto più rigoroso delle misure previste dalla Convenzione. Un’altra criticità messa in luce riguarda le discriminazioni contro le donne e le ragazze affette da disabilità, con un focus particolare anche sulle questioni della violenza di genere e sulle donne come badanti dei propri famigliari affetti da disabilità.
Il Comitato ha accolto con interesse la proposta di un centro risorse chiamato AccessibleEU, il cui obiettivo è quello di riunire le autorità nazionali responsabili delle misure di accessibilità insieme a esperti e professionisti per cercare un miglioramento e un rafforzamento di queste ultime. È stata lodata anche l’iniziativa riguardante la Carta sulla Disabilità Europea per il suo possibile grande potenziale, purché essa venga riconosciuta dai singoli Stati Membri e dia la possibilità alle persone con disabilità di poter partecipare pienamente alla vita politica delle proprie comunità.
Per saperne di più: il comunicato del CESE