Nuovi orientamenti dell’UE per combattere il lavoro forzato nelle catene di approvvigionamento

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La Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) hanno pubblicato orientamenti in materia di diligenza per aiutare le imprese dell’UE ad affrontare il rischio del lavoro forzato nelle loro operazioni e catene di approvvigionamento. Questi orientamenti forniscono consigli pratici concreti su come individuare, prevenire, mitigare e affrontare tale rischio.

La promozione di catene del valore responsabili e sostenibili è uno dei pilastri della recente strategia commerciale dell’UE. La futura legislazione dovrebbe introdurre un obbligo di dovuta diligenza che imponga alle imprese dell’UE di individuare, prevenire, mitigare e tenere conto degli impatti sulla sostenibilità nelle loro operazioni e catene di approvvigionamento.

La politica commerciale dell’UE contribuisce già, attraverso i suoi vari strumenti, all’abolizione del lavoro forzato. Gli accordi commerciali dell’UE sono unici in quanto includono impegni vincolanti di ratifica ed attuazione efficace di tutte le convenzioni fondamentali dell’OIL, comprese quelle sul lavoro forzato. Tali convenzioni prevedono l’obbligo di sopprimere il ricorso al lavoro forzato o obbligatorio in tutte le sue forme. Tale impegno si estende ai 71 paesi che beneficiano del regime speciale di incentivazione per lo sviluppo sostenibile e il buon governo (SPG+) nell’ambito del sistema di preferenze generalizzate (SPG) dell’UE.

Gli orientamenti tengono conto anche di una serie di priorità del piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 nel settore delle imprese e dei diritti umani. Fra tali priorità figurano l’eliminazione del lavoro forzato e la promozione di norme riconosciute a livello internazionale in materia di dovere di diligenza.


Per saperne di più: Nuovi orientamenti dell’UE aiutano le imprese a combattere il lavoro forzato nelle catene di approvvigionamento

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