Parlamento europeo: il resoconto della plenaria di febbraio

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Numerosi i temi affrontati nella seduta plenaria del 5-8 febbraio del Parlamento Europeo.

Tra le riforme più attese emerge il nuovo regolamento che pone la fine dei blocchi geografici per lo shopping on line. D’ora in poi i commercianti dovranno garantire l’accesso a beni e servizi venduti on line in tutta l’UE alle stesse condizioni.

Per quanto concerne le regole che disciplinano il proprio funzionamento,  il Parlamento ha approvato il piano di riduzione dei seggi da 751 a 705 in vista della fuoriuscita del Regno Unito al termine del processo di Brexit. Ha invece respinto la proposta italo-francese di presentazione di liste transnazionali in vista delle prossime elezioni europee, previste nel 2019.  Nella medesima ottica conservatrice, il Parlamento ha riaffermato il ricorso al criterio dello Spitzenkandidaten per l’elezione del futuro presidente della Commissione Europea, in base al quale il Parlamento potrà respingere il candidato che non sia stato prima nominato leader della propria famiglia politica.

Sul fronte delle politiche ambientali, è  stato approvato il progetto di riforma del Sistema europeo di scambio delle quote di emissione (EU-ETS), allo scopo di ridurre ulteriormente le emissioni di CO2  e di incrementare i fondi a disposizione per gli incentivi all’uso di fonti rinnovabili. È stata altresì deliberata l’istituzione di una commissione speciale per la valutazione delle procedure di autorizzazione alla commercializzazione dei pesticidi, in seguito alle polemiche scaturite dalla valutazione dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare sulla pericolosità del glifosato.

Per quanto riguarda le relazioni esterne, il Parlamento europeo ha preso visione della nuova strategia per i Balcani occidentali presentata dalla Commissione, in base alla quale si ipotizza la data della futura adesione di Serbia e Montenegro per l’anno 2025. In merito ai rapporti con la Turchia, il Parlamento europeo ha fermamente condannato l’arresto di cittadini turchi che avevano espresso dissenso sull’attacco militare alla città curdo-siriana di Afrin. Infine, è stata adottata una risoluzione nella quale si chiede agli Stati Uniti di riconsiderare il ritiro dei fondi all’UNRWA per i rifugiati palestinesi.

Infine, ha destato curiosità (e qualche perplessità) la risoluzione che apre le porte ad una eventuale revisione della convenzione disciplinante il regime dell’ora legale in Europa, il quale avrebbe, a detta dei promotori dell’iniziativa, potenziali ricadute negative sulla salute delle persone.

 

Per approfondire

 

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