La riforma sullo scambio delle emissioni di gas serra

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Il 6 febbraio è stata votata dal Parlamento europeo la riforma del sistema di  scambio delle emissioni (ETS) che ha come scopo la modifica del mercato delle emissioni di gas serra al termine dell’attuale sistema in vigore fino al 2020. A guidare tale strategia rimangono gli accordi di Parigi sul clima.

L’EU ETS rappresenta il principale strumento per raggiungere uno degli obiettivi dell’Unione Europea nell’ambito del quadro 2030 per il clima e l’energia che consiste nella riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE rispetto ai livelli del 1990.

Per incoraggiare la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in modo economicmente  efficace in termini di costi, nel 2005 è stato avviato, a livello europeo il sistema di scambio di quote di emissione (EU ETS). Tale sistema obbliga le industrie coinvolte a richiedere un permesso per ogni tonnellata di CO2 che emettono e a comprare quote attraverso aste. La situazione attuale è caratterizzata da una sempre minore richiesta di permessi,  da un surplus di offerta  e, di conseguenza,  da un prezzo delle quote troppo basso. Ne deriva un indebolimento degli incentivi ad inquinare meno. Per riequilibrare tale situazione, gli eurodeputati hanno chiesto di ridurre in modo significativo il numero delle licenze che devono essere messe all’asta in modo tale da far salire i prezzi delle quote di scambio e ridare interesse ad una minore produzione di anidride carbonica.

La riforma adottata dal Parlamento prevede inoltre la disposizione di fondi dedicati al fine di  sostenere l’innovazione e accompagnare la transizione verso un’economia a basso uso di energie fossili.

L’EU ETS non è tuttavia il solo progetto volto a limitare l’inquinamento, ma si accompagna a due altre  proposte, tuttora in esame, quali il regolamento sulla condivisione degli sforzi (Effortsharingregulation, ESR), il cui obiettivo è quello di inserire nel sistema di scambio di quote settori come i trasporti, l’agricoltura o la gestione dei rifiuti. La seconda proposta riguarda il LULUCF (acronimo dell’espressione inglese Land Use, Land Use Change and Forestry, ovvero uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura). L’obiettivo è quello di campensare i cambiamenti nell’uso del suolo con l’aumento di una più vasta copertura forestale.

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