No a gerarchie nella direttiva contro le discriminazioni

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Prendendo atto della proposta di direttiva avanzata dalla Commissione europea, che intende includere solo alcuni motivi di discriminazione, l’Europarlamento sollecita una legislazione «di ampia portata» che difenda i cittadini da tutte le forme di discriminazione.
La maggioranza dei deputati europei rifiuta un «approccio frammentario» chiedendone invece uno «unificato» nella lotta alla discriminazione, che inglobi e tenga presenti allo stesso momento «tutti i motivi di discriminazione» e che copra quindi «gli handicap, l’età  , la religione o le convinzioni personali e le tendenze sessuali, allo scopo di completare il pacchetto di norme antidiscriminazione ai sensi dell’articolo 13 del Trattato dell’UE».
Secondo l’Europarlamento, infatti, «non è logico considerare illegittima una discriminazione in un settore e consentirla in un altro», quindi deve essere evitata ogni «gerarchia di protezione in funzione dei diversi motivi di discriminazione». Qualsiasi proposta di direttiva, si legge nella relazione approvata dall’Aula europarlamentare, dovrebbe vietare ogni forma di discriminazione, comprese quelle diretta e indiretta, la discriminazione per associazione, quella dovuta al fatto che una persona viene percepita come appartenente a un gruppo protetto nonchà© le molestie. I deputati ritengono che anche l’incitazione a discriminare debba essere considerata una discriminazione, così come l’incapacità   non giustificata di adottare soluzioni ragionevoli.
Esprimendo preoccupazione per le carenze di molti Stati membri dell’UE nel recepimento e nell’attuazione delle direttive 2000/43/CE e 2000/78/CE, che stabiliscono requisiti minimi e che dovrebbero essere la base su cui costruire una politica comunitaria antidiscriminatoria globale, il Parlamento europeo ritiene che il campo d’applicazione della nuova direttiva dovrebbe includere tutti i settori rientranti nelle competenze comunitarie. Inoltre, dovrebbe comprendere l’istruzione, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, la protezione sociale, gli alloggi e l’assistenza sanitaria, l’immagine dei gruppi discriminati offerta dai mezzi di informazione e dalla pubblicità  , l’accesso fisico all’informazione per le persone con disabilità  , le telecomunicazioni, le comunicazioni elettroniche, i modi di trasporto e gli spazi pubblici, i vantaggi sociali e l’accesso a beni e servizi a disposizione del pubblico.
Invitando poi gli Stati membri, i sindacati, i datori di lavoro e le organizzazioni della società   civile a potenziare gli sforzi per aumentare il livello di consapevolezza e di informazione sui mezzi giuridici a disposizione in caso di discriminazione, gli eurodeputati sottolineano l’importanza di un approccio globale in materia di sensibilizzazione che inizi già   nelle scuole.

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