La Lituania ammette l’esistenza di una «prigione segreta»

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La Lituania è il primo Stato membro dell’Unione Europea ad ammettere di aver concesso il proprio territorio per un centro segreto di detenzione gestito dai servizi segreti statunitensi nell’ambito della cosiddetta «guerra al terrorismo».
Il Comitato parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza e la difesa nazionale della Lituania ha infatti confermato che la Central Intelligence Agency (CIA) ha potuto gestire una prigione segreta in territorio lituano per trasferirvi, interrogare e spesso torturare presunti terroristi catturati a livello internazionale durante le operazioni di antiterrorismo. Secondo il Comitato parlamentare, alla costruzione del centro di detenzione avrebbero collaborato direttamente funzionari del Dipartimento per la sicurezza dello Stato, tenendo all’oscuro il presidente e il primo ministro. Inoltre, aerei della CIA sarebbero atterrati in Lituania senza chiedere l’autorizzazione alle autorità   aeroportuali.
Si tratta di rivelazioni che, secondo Amnesty International, costituiscono «una svolta decisiva per mettere in luce l’assistenza che i Paesi europei hanno fornito agli USA all’indomani dell’11 settembre 2001». Amnesty auspica ora che le autorità   giudiziarie lituane accertino singole responsabilità   penali, incriminando tutti i funzionari che hanno avuto a che fare con il centro segreto di detenzione.
Va ricordato che altri due Paesi dell’UE, Polonia e Romania, sono stati segnalati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa per aver ospitato centri segreti di detenzione gestiti dalla CIA.

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